Ex Ilva: Ancora fumata nera su Cigs per 3 mila lavoratori, nuovo tavolo lunedì

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Inflessibile la Uilm che chiede il ritiro della procedura. I sindacati chiedono di ripartire dall’accordo del 2018

Ancora un nulla di fatto al ministero del Lavoro nel secondo incontro tra Acciaierie d’Italia, sindacati metalmeccanici e rappresentanti delle regioni interessate per l’esame congiunto sulla cassa integrazione straordinaria chiesta per circa 3mila lavoratori in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto, per 12 mesi a partire dal 28 marzo. 

Dopo una lunga giornata di trattative durate 8 ore, dalle 11 di venerdì 25 marzo alle 19.00, con diverse interruzioni per riunioni ‘ristrette’, l’incontro è terminato con un rinvio del tavolo a lunedì 28 marzo alle 10.30. Lunedì è anche l’ultimo giorno utile per chiudere la trattativa con un accordo sulla cassa integrazione.

I referenti dell’azienda hanno presentato un documento in cui non sono indicati i numeri sul totale del personale coinvolto e sulla media settimanale dei lavoratori da sottoporre a sospensione. L’azienda prevede “l’attivazione, nel corso del periodo di utilizzo della cassa integrazione, di processi di formazione, per il personale coinvolto nel processo di riorganizzazione, al fine di continuare nel consolidato percorso aziendale dl formazione utile a rafforzare e aggiornare le professionalità per rispondere alle evoluzioni tecnologiche”.

L’azienda “si impegna – si legge nel documento – a condividere con le organizzazioni sindacali, nel corso di successivi incontri, gli obiettivi, le modalità e le tempistiche dei percorsi formativi” e a “verificare la possibilità di realizzare le sospensioni dal lavoro con modalità di rotazione”. Si fa presente l’impossibilità di utilizzare lo strumento del contratto di solidarietà ed emerge inoltre l’impegno delle parti a “incontrarsi periodicamente, con cadenza trimestrale, al fine di verificare lo stato di avanzamento del piano dl risanamento aziendale, sia per quanto riguarda le azioni intraprese, sia in riferimento all’auspicabile recupero occupazionale del personale attualmente esuberante”.

Ma questo non è bastato ai sindacati, in particolare alla Uilm che chiede il ritiro della procedura giudicata illegittima. Secondo i sindacati, occorre ripartire dall’accordo del settembre 2018 che prevedeva fra l’altro il reintegro dei lavoratori che oggi sono in “Ilva in amministrazione straordinaria (1600 a Taranto e oltre 200 a Genova).

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Dante Sebastio

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