Dopo il divieto di ingresso a un non vedente in una piscina di Firenze, scoppia un altro caso di discriminazione che vede protagonista, suo malgrado, un ragazzo cieco di 16 anni.
L’episodio ha avuto luogo in un parco acquatico di Gallipoli dove, pur essendo previsto l’ingresso gratuito alle persone disabili, il ragazzo cieco non è stato considerato tale.
Oltre il danno la beffa, poiché i dipendenti hanno replicato alla madre del ragazzo anche in modo abbastanza piccato: “Non siamo mica l’INPS, suo figlio non è un disabile”.
La mamma del 16enne, originario di Corsano, ha raccontato di come quella che doveva essere una spensierata giornata in piscina con tutta la famiglia si è trasformata in un vero incubo.
“Mio figlio – ha raccontato la donna a Repubblica – non è stato ritenuto una persona disabile, nonostante sia totalmente cieco e prenda un’invalidità di accompagnamento”.
Quando ha chiamato la struttura per avere informazioni sui costi e sulle tariffe, le hanno risposto che solo le persone affette da disabilità motorie potevano fruire dell’ingresso gratuito. Per il 16enne non vedente si poteva applicare solo uno sconto di 3 euro: invece di 20 euro avrebbe dunque dovuto pagare 17 euro.
La donna ha fatto presente che il figlio, essendo cieco, aveva bisogno di assistenza continua e quindi era a tutti gli effetti un disabile. “Sono indignata – ha tuonato – non è possibile che una struttura del genere faccia differenze di disabilità. Mio figlio non vede e avrebbe potuto causare un incidente sbattendo o urtando contro qualcuno. Questa come la si può chiamare?”.
Una battaglia, come spiega la donna, portata avanti non tanto per una questione economica, ma di principio: “Non è una questione di soldi ma di rispetto. Sono una mamma che lotta con forza ogni giorno contro simili ingiustizie e spero tanto che questo messaggio arrivi a chi di dovere per rivedere il regolamento perché queste differenze di disabilità ancora oggi non si possono tollerare”.
Purtroppo corti circuiti del genere nel sistema italiano ce ne sono tanti e questo caso è ancora più odioso e paradossale se si pensa che ci sono persone in perfetta salute che, fingendo di essere cieche, incassano assegni dall’INPS per invalidità a danno di chi ne avrebbe davvero diritto.
Sono tanti i casi scoperti di truffa allo Stato, come l’uomo che si è finto cieco per ben 13 anni a Sassari incassando assegni per un valore di quasi 190.000 euro, o il carcerato che ha finto di essere cieco e paralitico per uscire dal carcere, salvo poi andarsi a godere un buon pranzo in un ristorante n quel di Livorno.
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