“Il giudice afferma che il decreto oltre a violare le norme, sia comunitarie che internazionali, è viziato da eccesso di potere”, spiega l’avvocata Federica Tempori che ha assistito una coppia lesbica nella vicenda giudiziaria.
La coppia si è a qual punto rifiutata e dopo un primo ricorso al Tar si è rivolta al tribunale ordinario che “Con una sentenza bellissima ci ha dato ragione”.
“Il giudice – continua l’avvocato – afferma che il decreto oltre a violare le norme, sia comunitarie che internazionali, è viziato da eccesso di potere. In quel provvedimento il ministro va oltre le sue competenze: la carta di identità è, infatti, un documento certificativo di una realtà già pre esistente nell’atto nascita che stabilisce una madre partoriente e una adottiva. Non può quindi esserci discrasia tra documento di identità e l’atto di nascita”.
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