Marco Gilioli, lo scrittore clochard accusato di avere ucciso il vicino di casa a bastonate

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Marco Gilioli, fermato dai carabinieri per l’omicidio di Emilio Mazzoleni, è nato a Moncalieri nel novembre del 1987.

Sembra che fra Gilioli e Mazzoleni, gli screzi, per banali questioni di vicinato, fossero frequenti. E l’ultimo, probabilmente scoppiato nella serata di ieri, si è rivelato fatale: il 70enne è stato trovato morto, con gravi lesioni alla testa, nella sua abitazione di Borgata Minietti, a Giaveno, in provincia di Torino.

Il cadavere è stato ritrovato dalla compagna nella casa che era stata messa a soqquadro.

Ha studiato al liceo scientifico Majorana e, dopo un anno sabbatico, si è iscritto alla facoltà di Scienze infermieristiche di Torino nel 2007.

Nella prefazione del suo saggio, intitolato La relatività perfetta, pubblicato lo scorso luglio, si parla senza mezzi termini dei suoi problemi: “Sin da subito nota che qualcosa disturba la sua coscienza e, dopo aver svolto vari tirocini negli ospedali della provincia di Torino, interrompe amareggiato la carriera”. 

Marco Gilioli

Nel 2015 riesce, però, a laurearsi in Scienze e tecnologie agrarie a Grugliasco con il punteggio di 90/100, nonostante i suoi disturbi non siano affatto risolti, tanto da essere sottoposto al suo primo Tso.

“Nell’arco dei sei anni successivi, tra un Tso e l’altro intraprende la vita da wwoofer – si continua a leggere nella prefazione del saggio – iscrivendosi a un’associazione che permette di ottenere vitto e alloggio in cambio di manodopera. Infine, una serie di eventi lo catapultano per strada, dove, vivendo come un clochard e staccandosi temporaneamente dai familiari, matura e porta alla luce il suo manoscritto”.

Nei mesi scorsi Gilioli aveva regalato il suo libro a parecchi abitanti della borgata Maddalena, dove si era trasferito circa tre anni fa.

“All’inizio qui c’erano anche i suoi genitori, ma poi si sono allontanati – racconta al Corriere uno dei residenti, Valter Bona – Lui è un bravo ragazzo, ma è soggetto a violente esplosioni d’ira e a farne le spese erano sempre la madre e il padre. Che evidentemente hanno deciso di andarsene. Però, non poteva essere lasciato da solo e le conseguenze si sono viste”.

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Redazione Nazionale

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