Si è concluso con sentenza definitiva, in quanto celebrato con rito direttissimo, il processo a carico di madre e figlia accusate di essere le mandanti dell’attentato incendiario che nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio ha distrutto lo stabilimento Duna 31.5 di Sabaudia.
Condannata a due anni ed otto mesi Mirella D’Indio, colpevole di incendio doloso; assolta, invece, la figlia.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna avrebbe pagato circa 500 euro a due ragazzi di Sabaudia, di 30 e 32 anni, per appiccare le fiamme. Una vendetta, visto che la donna voleva quella concessione demaniale che, invece, era stata assegnata ad una società rivale.
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