Intitolata a Bepi Checchin l’area verde di via Orlanda a Campalto

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L’area verde adibita a parco pubblico a Campalto, in via Orlanda (con accesso anche da via Gobbi e da via Morosina) è stata dedicata al commendator Giuseppe Checchin. A ricordarlo, con parole di affetto e amicizia, l’assessore comunale alla Toponomastica, Paola Mar, l’assessore comunale alla Viabilità, Renato Boraso, il presidente della Municipalità di Favaro Veneto, Marco Bellato, i consiglieri comunali Saverio Centenaro e Giancarlo Giacomin e il figlio Antonio. Presenti, tra gli altri, consiglieri e delegati di Municipalità e rappresentanti di associazioni e gruppi di volontariato. 

“Il mio ringraziamento va a tutti i presenti – ha esordito Boraso –  a tutti coloro che hanno reso possibile questa intitolazione. Prima di venire qui sono passato in cimitero a salutare Giuseppe e vi riporto con piacere quanto scritto sulla sua tomba ‘Il bene non fa rumore ma crea sostanza’. Giuseppe ha fatto tanto per la sua Campalto ed è giusto rendergli omaggio con questo gesto”. 

Giuseppe (detto Bepi) Checchin era nato a Mestre il 20 aprile 1934 ed è morto il 7 settembre 2008. Ha fondato nel 1964, assieme a un gruppo di amici di Campalto, il Comitato cittadino Pro Campalto, del quale è stato presidente fino alla sua scomparsa, organizzando gite e attività sportive, e promuovendo il recupero della statua della Madonnina di Campalto, distrutta nel 1945 dagli Alleati e collocata nel sagrato della Chiesa di San Martino in Strata. Inoltre, nel cimitero di Campalto, ha fatto costruire la tomba per tutti i parroci del quartiere e di Tessera. Creò inoltre un gruppo di lavoro per la sicurezza di via Orlanda, raccontando la storia delle 120 persone morte sulla strada ed ergendo per loro un cippo, sempre all’interno del cimitero di Campalto. Dal 1954 al 1990 fu impiegato tecnico alla Montedison e dal 1990 al 1995 venne eletto Consigliere di Quartiere 10. Fondò il “Carnevale Campaltino”, prima a livello parrocchiale poi trasformandolo nel “Carnevale Veneto-Campaltino”.

“In questa targa, oltre al nome di mio padre, io ci leggo anche i nomi di tutte le persone che con mio padre hanno condiviso la voglia di fare del bene – ha aggiunto il figlio Antonio – e chi la guarderà oggi non leggerà solo il nome di mio padre ma anche il proprio”. Parole riprese anche dall’assessore Mar: “Antonio ha ragione – ha precisato Mar – ed è il motivo per cui mi piace molto la delega alla Toponomastica: quando si intitola un luogo o un’opera pubblica a qualcuno, vi si legge il nome di un’intera comunità, della voglia di fare e di realizzare qualcosa di bello insieme, di far crescere il proprio paese. Come Amministrazione comunale abbiamo il dovere di ricordare e far ricordare con questi gesti il valore e l’opera di quella persona che per la comunità si è spesa”.

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Katiuscia Laneri

Redattore Day Roma, Day Treviso e Day Venezia

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