Lavoro ibrido, smart working e intelligenze artificiali erano tutti concetti che difficilmente ci si sarebbe aspettati di sentire quotidianamente fino a qualche anno fa. Oggi invece proprio questi concetti stanno ridisegnando il mondo del lavoro. Per non trovarci impreparati nel prossimo futuro sarebbe quindi utile comprendere in che modo il mercato del lavorosta cambiando e capire quali trend stanno accompagnando questa evoluzione.
Esperti dei settori tecnologici, ingegneri, personale sanitario o scientifico: queste sono solo alcune delle professioni ad alta qualificazione che sono ricercate dalle aziende e dalle agenzie per il lavoro sulle proprie piattaforme, come, ad esempio, su Adecco.it. Pare infatti che nei prossimi anni la crescita dei posti di lavoro riguarderà per lo più queste posizioni specializzate, a discapito di lavori a bassa qualificazione, sempre più a rischio.
A contribuire al cambiamento del mondo del lavoro è stata sicuramente la pandemia che ha messo a dura prova soprattutto i settori della ristorazione e dell’ospitalità, e più in generale tutte quelle professioni associate a un grado di autonomia lavorativa più ristretto. A questo proposito, si stima che commessi e impiegati potrebbero sempre essere meno richiesti a causa delle automazioni.
Ma la pandemia ha anche portato a una rapida digitalizzazione e a una visione più smart del lavoro. Basti pensare alla nascita del concetto di lavoro da remoto o all’impennata di e-commerce e servizi online durante il lockdown. Non è un caso che proprio le competenze digitali siano alcune delle più richieste dalle nuove tendenze del mercato del lavoro.
I dati della ricerca del McKinsey Global Institut riportano che tra le professioni tradizionali più richieste ci siano in particolare, oltre a quelle ad alta qualificazione, magazzinieri (grazie anche all’ascesa del commercio elettronico), infermieri e assistenti sanitari, e insegnanti.
Ma i lavori in crescita sono quelli che prevedono anche skills digitali e informatiche. Per molte aziende sarà indispensabile che il candidato ideale abbia:
Se da una parte la tecnologia ha migliorato la vita di molti, dall’altra ha creato anche qualche preoccupazione, e c’è chi già teme per il futuro. L’intelligenza artificiale, oramai entrata a tutti gli effetti nella quotidianità, sta sicuramente contribuendo al cambiamento del mercato del lavoro. Basti pensare che, secondo un rapporto del World Economic Forum, entro il 2027, con l’espansione delle AI, verranno creati circa 69 milioni di nuovi posti di lavoro, mentre ne saranno eliminati quasi 83 milioni.
C’è da preoccuparsi? Sì e no. L’AI, infatti, se da un lato porterà alla scomparsa di alcuni posti di lavoro, dall’altro aprirà le porte a nuove professioni nelle quali intelligenze artificiali ed esseri umani dovranno lavorare a stretto contatto. Un esempio di ciò è da ripescare dal mondo del marketing, in cui molte aziende sono già alla ricerca di professionisti che sappiano utilizzare le AI per creare annunci pubblicitari interessanti e interattivi per aumentare le conversioni.
Insomma, il futuro del lavoro sembra essere sempre più digitale, ma l’aspetto umano continuerà a rivestire un ruolo importante, seppur in modo diverso. Basta solo sapersi adattare e accogliere a braccia aperte il nuovo come un’opportunità, anziché rifiutarlo come una minaccia.
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