Letta: “Caduta di Draghi suicidio collettivo. Rottura con M5S irreversibile”

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“Con la caduta di Draghi credo che quello che si è compiuto sia stato un suicidio collettivo della politica italiana e credo che le nostre istituzioni, la nostra politica esca molto ammaccata”.

Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta.

“Non ho dubbi che all’ambasciata russa si sia festeggiato a caviale e che Putin abbia avuto la più grande soddisfazione dopo la fine di Johnson a Londra. Questa è un vicenda non solo italiana, ma europea, pesante”, ha aggiunto.

“La rottura dai 5 Stelle in queste elezioni è irreversibile, lo abbiamo detto, lo avevo detto prima – ha sottolineato – Avevo detto a Conte se prendete una decisione di questo tipo questa sarà la conseguenza e siamo lineari con questa scelta”.

BRUNETTA: “ORA UN’UNIONE REPUBBLICANA”

“Nulla abbiamo saputo, una decisione presa alle nostre spalle”. Così il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta a proposito della scelta di Forza Italia sul governo. “E’ stato un atto di irresponsabilità motivato da un opportunismo temporalistico”, ha detto, “Una valutazione di tipo opportunistico. Salvini vedeva deteriorare il suo consenso mese dopo mese, Forza Italia non si espandeva, Meloni cresceva. Hanno preferito non pagare il costo del governo ma farlo pagare agli italiani”.

“Un’Unione e un rassemblement repubblicano per tutti quelli che hanno sostenuto l’agenda Draghi”, con un programma comune che guardi all’Europa e al Pnrr, “un’Unione Repubblicana che salvi il Paese”, ha detto Brunetta. “C’e’ un progetto? Chiede Annunziata, “Ovviamente e ci stiamo lavorando”. Tra i nomi di questo rassemblement Annunziata cita Toti, Renzi, Calenda e Brunetta assente. “Tremonti?” chiede Annunziata: “sta dall’altra parte” dice Brunetta, ribadendo di sognare un’unione di Liberi e Forti che salvi il Paese.

BOTTA E RISPOSTA SULLA STAMPA

Confronto a distanza sulle prime pagine, in vista delle urne, tra i due leader del Partito democratico e del Movimento 5 stelle.

“La scelta è chiara, o noi o Meloni, due Italie profondamente diverse”, spiega Enrico Letta a Repubblica, e citando le ultime parole di Berlinguer dice che quella del Pd sarà “una campagna casa per casa, strada per strada”. Per una lista aperta ed espansiva, le proposte contano più della coalizione, e nel solco del governo Draghi.

“Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi”, afferma a La Stampa Giuseppe Conte, secondo cui sulla fine del governo Draghi c’è una diffusa ipocrisia e “si prova a scaricare la colpa sul M5s, che ha solo chiesto di risolvere alcune criticità”: ed è “un’ infamia” dire che ha tradito.

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Redazione Nazionale

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