L’incidente di Casal Palocco si tinge di giallo: due youtuber dei TheBorderline sono all’estero

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Proseguono le indagini sul drammatico incidente a Casal Palocco, che è costato la vita ad un bambino di 5 anni, causato a quanto pare da una sorta di challenge social ideate dal gruppo TheBorderline.

Ci sarebbe una supertestimone che potrebbe fare luce sulla vicenda, una ragazza salita sulla Lamborghini Urus che ha impattato violentemente contro la Smart poco prima del tremendo incidente.

Nella giornata di ieri, martedì 20 giugno, gli investigatori hanno ascoltato la mamma alla guida della Smart, che però non è riuscita a fornire indicazioni molto precise dell’incidente evidentemente perché ancora sotto choc.

La vicenda si tinge di giallo: dove sono Matteo Di Pietro e Vito Loiacono?

Dopo la morte del piccolo Manuel i TheBordeline hanno deciso di chiudere il loro canale Youtube, una decisione che però non è riuscita a placare la rabbia delle persone inferocite.

Il padre del piccolo Manuel, precipitatosi sul luogo dell’incidente, ha cercato di aggredire il ragazzo alla guida del Suv, Matteo Di Pietro, mentre gli altri youtuber avrebbero deciso di lasciare Roma dopo aver ricevuto diverse minacce di morte.

Secondo Il Corriere della Sera due youtuber avrebbero deciso di allontanarsi da Roma: Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale, sarebbe in Spagna, mentre Vito Loiacono sarebbe volato in Turchia.

Il mistero della scheda di memoria sparita

I misteri relativi a questa tragica vicenda però non si esauriscono qui e infatti, come riporta Il Corriere della Sera, durante i controlli dei dispositivi usati per registrare il tutto gli inquirenti hanno scoperto che mancherebbe un video, quello girato dalla telecamera trovata sotto il sedile dell’abitacolo.

Proprio quella telecamera avrebbe potuto filmare i momenti salienti dell’incidente, ma a quanto pare non si trova la scheda di memoria.

Potrebbe essere chiamato un consulente cinematico per stabilire l’esatto velocità del Suv al momento dell’impatto. L’avvocato di Matteo Di Pietro sostiene infatti che l’auto andava ad una velocità inferiore agli 80 km/h, mentre secondo gli inquirenti la velocità era superiore ai 100 km/h al momento del tragico schianto.

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Redazione Nazionale

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