Così il generale Marco Bertolini nell’intervista rilasciata a Fanpage. L’ex comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze e della Brigata Folgore e Presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, ha spiegato a la pericolosità di una escalation dopo il test compiuto dai russi col lancio del nuovo missile balistico supersonico, il Sarmat, che è duemila volte più potente dell’atomica esplosa su Hiroshima, ha una gittata massima di 18mila chilometri, viaggia sui 24mila chilometri all’ora e può trasportare fino a 15 testate nucleari.
“I missili ipersonici che i russi hanno usato con testate convenzionali in Ucraina sono missili difficili da intercettare, così come lo sono quei missili che utilizzano orbite extra atmosferiche, che possono circolare in tempi brevi e compiere grandissime distanze – ha spiegato il generale – se armati con testate nucleari passerebbero facilmente qualsiasi scudo. Durante la Guerra Fredda di un olocausto nucleare non si è mai parlato, si sapeva che c’era ma non se ne parlava: ora invece se ne sta parlando con una disinvoltura spaventosa”.
“I due Paesi che sono più avanzati da questo punto di vista sono Stati Uniti e Russia e dal primo momento si sono posti il problema di difendere se stessi da un’aggressione. Noi come paesi europei non so quanto siamo coperti da questo ombrello, se così vogliamo chiamarlo – continua – Non dimentichiamo che ci sono missili con testate multiple e quindi un missile che è in grado di portare diverse testate e di indirizzarle in posti diversi: di fronte a una minaccia del genere non ci sono molte difese. Le armi nucleari fino a quando vengono utilizzate come deterrenti possono essere affrontate, ma se si pensa di impegnarle seriamente, considerate la quantità e la tipologia di questo tipo che hanno i due veri belligeranti di questa guerra, che sono Russia e Stati Uniti, se si dovesse arrivare a una escalation del genere non ci troveremmo dinanzi a uno scenario di tranquillo”.
“In quel caso vi è l’uso dell’arma come deterrenza: faccio vedere al resto del mondo che io ho questa capacità così che il nemico sappia quanto posso essere potente – dice a proposito della minacce di Putin dopo il lancio del Sarmat – Il ragionamento della deterrenza nucleare non è quella di dire se si scatena la guerra tra le due superpotenze io uso la mia arma così vinco, ma “se tu vuoi farmi morire, sappi che ti faccio morire con me”. Sostanzialmente è un pericolo reale e noi dobbiamo fare in modo che non si arrivi neanche a parlare di queste cose. Durante la Guerra Fredda di un olocausto nucleare non si è mai parlato, si sapeva che c’era ma non se ne parlava: ora invece se ne sta parlando con una disinvoltura spaventosa”.
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