Dopo la misteriosa morte di Navalny, al cui funerale hanno partecipato centinaia di russi sfidando Putin, arriva la notizia di un altro decesso tinto di giallo, quello di Vitaly Robertus, vicepresidente della Lukoil, colosso petrolifero russo. La stessa azienda ha comunicato che Robertus è morto improvvisamente all’età di 54 anni, senza specificare il motivo, mentre il canale Telegram “Baza” ha parlato di suicidio.
Il cadavere del 54enne sarebbe stato ritrovato proprio nella sede della Lukoil, a Mosca. Secondo i presenti Robertus avrebbe chiesto delle pillole per il mal di testa, poiché non si sentiva bene, e si sarebbe chiuso nel suo ufficio per diverse ore senza rispondere neanche al telefono. I dipendenti, preoccupati, hanno sfondato la porta e hanno trovato il corpo dell’uomo ormai senza vita. Per il momento la causa del decesso è stata attribuita all’asfissia.
La Lukoil in un comunicato ha voluto salutare così il suo vicepresidente: “In oltre 30 anni di lavoro ha conquistato il rispetto dei suoi colleghi non solo nell’azienda, ma anche nell’intero settore e ricevuto premi statali e dipartimentali per il suo successo nello sviluppo del complesso domestico di combustibili ed energia. Nella nostra memoria rimarrà un leader di talento, una persona versatile e un compagno comprensivo”.
Dallo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia, questa è la quarta morte sospetta tra i dirigenti della Lukoil. Il primo della lista fu nel maggio del 2022 Alexander Subbotin, trovato morto dopo un presunto attacco di cuore. Pochi mesi dopo toccò al presidente Ravil Maganov, morto in circostanze molto sospette cadendo dalla finestra di un ospedale a Mosca.
A 66 morì invece il top manager Vladimir Nekrasov nell’ottobre del 2023, a causa di un’insufficienza cardiaca. E poi è arrivata quest’altra morte avvolta nel mistero, quella di Robertus.
In molto ritengono che dietro queste misteriosi morti ci sia l’oscura regia di Putin, accusato di ricorrere a metodi brutali per sbarazzarsi, anche fisicamente, dei suoi avversari. Tra gli oppositori di russi c’è anche lo scrittore Orlov, premio Nobel condannato a tre anni per aver scritto un articolo ritenuto diffamatorio verso l’esercito russo.
Ma perché Putin ce l’avrebbe tanto con la Lukoil? Poiché i dirigenti della compagnia hanno criticato le operazioni militari russe in Ucraina, bollate come “tragici eventi”, e hanno chiesto più volte la fine del conflitto russo-ucraino. I detrattori del presidente russo ritengono che stia ordinando delle morti “scientifiche” per mettere le mani sulle enormi risorse petrolifere della Lukoil e proseguire la sua guerra di conquista.
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