Noale piange Lucio Baruzzo, 62 anni, ex infermiere e storico per passione

1.6.2021 – Noale piange la scomparsa di Lucio Baruzzo, morto ieri all’età di 62 anni. Ex infermiere, era conosciuto per la sua grande passione per la storia locale e in particolare per le opere d’arte custodite nella chiesa dei Ss. Felice e Fortunato. Ad una di esse, la pala di San Giovanni Battista tra i Santi Paolo e Pietro, aveva dedicato anni di ricerche.

L’opera è sempre stata di difficile attribuzione: chi la vuole realizzata da Lattanzio da Rimini, chi da Cristoforo Caselli, chi – come Baruzzo – da Vittore Carpaccio. L’attribuzione carpaccesca è ben descritta in un volume che l’appassionato ricercatore diede alle stampa nel 2007 dal titolo emblematico “Il Carpaccio di Noale – Un capolavoro ritrovato”. Si tratta di una tela molto preziosa perché in essa, come spiega Baruzzo in un’intervista disponibile su YouTube, il pittore ha rappresentato sullo sfondo anche la torre del castello di Noale.

La passione per il patrimonio artistico della parrocchia è il frutto dei tanti anni passati da Lucio Baruzzo in chiesa, durante il tempo libero, aiutando il padre Gino, sacrestano per 60 anni, mancato soltanto cinque mesi fa all’età di 94 anni. Dopo aver lavorato come infermiere negli ospedali di Noale e Mirano, ad ottobre del 2020 era andato in pensione, con una lunga lista di cose da fare. Senza immaginare che di lì a poco l’insorgere di un male improvviso lo avrebbe costretto a cure e terapie fino all’ultimo ricovero dei giorni scorsi.

Lucio lascia la moglie Katalin, la mamma, i fratelli e la sorella. Il funerale sarà celebrato giovedì 3 giugno, alle ore 15.30, nella chiesa parrocchiale di Briana. La sua salma riposerà nel cimitero di Noale accanto a quella dell’amatissimo papà Gino.  La moglie vuole ricordarlo con le parole dello scrittore Igino Giordani, esponente del Movimento dei Focolari ai quali Lucio era molto legato: “Per seguire Gesù bisogna essere giovani o farsi giovani. Egli chiede addirittura di rifarsi bambini: ogni giorno, ogni momento, liberandosi dalla malattia della senilità spirituale”.