Il motivo per cui si cambia l’ora è sostanzialmente quello di sfruttare di più la luce e il calore del sole, e quindi consumare meno energia, ottenendo un notevole risparmio energetico. Per spiegarlo semplicemente con un numero, grazie all’ora legale, solo in Italia, in 6 anni sono stati risparmiati ben 6 miliardi di Kilowatt/h, pari al fabbisogno annuo medio di circa 1 milione di famiglie italiane: tradotto, significa un risparmio di circa 900 milioni di euro.
Nel 2021 abbiamo tutti temuto che il cambio dell’ora arrivasse per l’ultima volta, perché in seno alla Commissione europea ormai da qualche anno si discute della sua possibile abolizione. Il Parlamento Ue aveva approvato la risoluzione sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Nel 2018 si era anche tenuto un referendum, a cui avevano partecipato però appena 5 milioni di cittadini, per lo più dei Paesi del Nord Europa: l’84% di loro si era detto favorevole a cancellare questo sistema.
Poi sembra essere prevalsa la linea secondo cui ciascuno Stato membro decide per sé. Secondo questa norma, chi tra gli Stati europei avesse deciso di mantenere l’ora legale, dal 27 marzo 2022 non avrebbe più dovuto regolare gli orologi. Comunque per ora, in Italia, non cambia nulla e continua a restare in vigore il vecchio sistema del cambio dell’ora.
Spostando in avanti le lancette di un’ora, si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei 7 mesi in cui sarà in vigore, grazie all’ora legale l’Italia risparmierà oltre 190 milioni di euro e avrà un minor consumo di energia elettrica, pari a circa 420 milioni di kilowattora, che equivalgono al fabbisogno medio annuo di circa 150mila famiglie: a stimarlo è Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, che prevede “un importante beneficio ambientale”, quantificabile in un taglio di ben 200mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
I mesi che fanno registrare il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre. Dal 2004 al 2021, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.
Sappiamo, però, che il cambio dell’ora può provocare qualche disturbo a livello di salute.
Alcune persone lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia: è l’effetto jet lag, lo stesso generato dal fuso orario in chi viaggia in aereo, ma in questo caso l’effetto è minore perché la lancetta si sposta solo di un’ora.
Si lamentano insonnia, stanchezza e irritabilità. Secondo il neurologo ed esperto di medicina del sonno Gioacchino Mennuni, del Complesso integrato Columbus-Università Cattolica di Roma, “l’ora di luce in più che avremo ritarda la fase dell’addormentamento, legata alla produzione di melatonina favorita proprio dal buio”. Da qui, il rischio di insonnia.
Il consiglio, spiega l’esperto, è innanzitutto quello di mantenere possibilmente invariata l’ora in cui ci si alza al mattino, per non interrompere la regolarità del ciclo sonno-veglia. Utile anche non eccedere con cibo e alcolici la sera. Così per qualche giorno dopo il cambio dell’ora, per “riprogrammare” il nostro orologio biologico. Tutto dovrebbe tornare comunque alla normalità nell’arco di 2-3 giorni.
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