Mafia, fratello Di Matteo: “Solo dopo 25 anni sono riuscito a vedere il casolare”. Nicola Morra: “Fu solo mafia”?

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Parla Nicola di Matteo, fratello del piccolo Giuseppe, rapito dalla mafia quando aveva 13 anni, ucciso e sciolto nell’acido l’11 gennaio del 1996

Di Matteo che ha preso la parola alla fine dell’incontro organizzato nel salone della parrocchia di Altofonte (Pa), ricordando il fratello Giuseppe, rapito ha dichiarato che: “io stesso in 25 anni non sono riuscito ad andare sul luogo del suo martirio, ma solamente qualche giorno prima di Natale. E vedere il casolare di campagna è stato come tornare indietro di 25 anni e all’orrore di quei giorni”.

Ricordiamo che l’omicidio fu commesso per indurre a ritrattare le dichiarazioni di Santino Di Matteo, uno dei più importanti pentiti di mafia.

L’omicidio fu eseguito da mafiosi guidati da Giovanni Brusca. Giuseppe Di Matteo, nato a Palermo il 19 gennaio 1981, fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, quando aveva quasi 13 anni, in un maneggio di Piana degli Albanesi. Secondo le deposizioni di Gaspare Spatuzza, che prese parte al rapimento, i sequestratori si travestirono da poliziotti della DIA ingannando facilmente il ragazzo, che credeva di poter rivedere il padre, in quel periodo sotto protezione lontano dalla Sicilia. Spatuzza raccontò anche che: “Agli occhi del ragazzo siamo apparsi degli angeli, ma in realtà eravamo dei lupi. (…) Lui era felice, diceva ‘Papà mio, amore mio’ “. Il ragazzo fu legato e lasciato nel cassone di un furgoncino, chiuso in un magazzino a Lascari, prima di essere consegnato ai suoi carcerieri.

Il sindaco del Comune Angela De Luca ha organizzato la manifestazione nel salone parrocchiale della Chiesa madre Santa Maria cui ha anche partecipato in collegamento telefonico anche il presidente della Commissione nazionale antimafia Nicola Morra che ha invitato a riflettere su un interrogativo inquietante, sul perché “I carcerieri del piccolo Di Matteo erano incappucciati? I mafiosi tra di loro si conoscono. E’ possibile che anche nel rapimento e nell’uccisione del piccolo Di Matteo siano coinvolti pezzi dello Stato che cercavano di bloccare insorgenza di una coscienza civile?”

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Redazione Catania

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