Ha firmato 34 libri, ma è la “Trilogia di New York” ad avergli dato la fama internazionale, facendolo assurgere ad uno degli scrittori contemporanei più importanti.
Si è spento a 77 anni dopo una tenace lotta contro un cancro ai polmoni.
Nato a Newark, New Jersey, nel 1947, la sua avventura nella scrittura avvenne precocemente, a 8 anni, quando perse l’occasione di ottenere un autografo dal suo eroe del baseball, Willie Mays, perché né lui né i suoi genitori avevano portato una matita alla partita. Da allora, portava sempre una matita con sé.
scrisse in un saggio del 1995.
Aveva studiato alla Columbia University prima di trasferirsi a Parigi nei primi anni ’70, dove lavorò in vari settori, anche come traduttore, convivendo con la sua fidanzata, la scrittrice Lydia Davis. Nel 1974, i due tornarono negli Stati Uniti e si sposarono. Nel 1977, la coppia ebbe un figlio, Daniel, ma si separò poco dopo. Nel gennaio 1979, il padre di Auster, Samuel, morì, e l’evento è diventato il seme del primo memoir dello scrittore, “L’invenzione della solitudine”, pubblicato nel 1982.
La svolta di Auster arrivò con la pubblicazione nel 1985 di “Città di vetro”, il primo romanzo della celeberrima “Trilogia di New York”. Il suo ultimo romanzo, “Baumgartner”, è uscito in Italia per Einaudi nel 2023, quello in cui il virtuoso della “musica del caso” per si chiede perché ricordiamo certi momenti e ne dimentichiamo altri, cosa resta di noi quando non ci siamo più.
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