Dopo il clamoroso caso della professoressa di Chioggia, che sarebbe stata assente la bellezza di 20 anni su 24 di servizio, un’altra docente universitaria finisce tra le pagine di cronaca e non certo per motivi di cui vantarsi.
La donna in questione è Sabina Tuzzo, docente di lingua e letteratura latina all’Università del Salento, che è stata punita con 4 mesi di sospensione, con relativa sospensione dello stesso stipendio, dal Consiglio d’Amministrazione dell’ateneo pugliese su richiesta della Commissione di disciplina.
Secondo l’accusa la donna avrebbe vessato, umiliato e insultato molti dei suoi studenti e il provvedimento di sospensione partirà dal 1° luglio.
Sono diverse le accuse degli studenti, alcuni dei quali hanno dichiarato: “Fingeva di non sentire le mie risposte” o “mi ha bocciato in un minuto e mezzo perché non ricordavo un verbo”. Altri hanno raccontato invece che i rimproveri in pochi secondi si trasformavano in insulti.
Gli studenti erano talmente frustrati, che hanno deciso di scrivere una lettera al rettore Fabio Pollice e alla ministra dell’Università Bernini, indicando tutti gli atteggiamenti vessatori della Tuzzo che avrebbe costretto alcuni di loro addirittura a intraprendere percorsi psicoterapeutici.
C’è poi un’altra accusa molto grave: la donna si sarebbe portata il marito agli esami, un professore in pensione, che avrebbe interrogato i ragazzi pur senza averne alcun titolo.
In particolare nella lettera i ragazzi hanno scritto: “A danneggiare la salute mentale di chi sostiene l’esame non è solo il comportamento del docente, già di per sé gravissimo, ma anche la figura del coniuge della titolare, ormai in pensione, che non sarebbe autorizzato a esaminare, ma che puntualmente lo fa, umiliando studenti e studentesse con urla e rimproveri, perfettamente udibili anche all’esterno dell’aula”.
Anche il marito quindi, a quanto pare, si sarebbe “divertito” a umiliare e insultare gli studenti, proprio come avrebbe fatto la moglie.
La professoressa, in una recente intervista a Il Corriere della Sera, aveva replicato alle accuse definendole “illazioni infondate, offensive e diffamatorie” e attribuendole a “studenti istigati e strumentalizzati ad arte ed a fini speculativi per screditarla” o a quelli che “lasciano l’esame per ultimo, preparano parzialmente il programma e ricorrono all’ormai reiterato ricatto dell’imminente laurea, per estorcere una promozione gratuita all’ultimo minuto”.
La docente ha invece confermato la presenza del marito che però avrebbe interrogato alcuni studenti proprio su loro esplicita richiesta.
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