Il video è stato pubblicato ieri pomeriggio sul profilo Instagram del Centro culturale russo di Roma che ha manifestato apprezzamento, attribuendo al cantautore di Ponticino una iniziativa “in sostegno della cultura russa”.
Piazza Maidan e Piazza Rossa senza muri perché “ci sono musiche e parole capaci di fare miracoli, di unire e riunire le genti”, recita la frase scritta in italiano, russo e ucraino, che compare sulle immagini di Mosca e Kiev e chiude il video di Pupo, al secolo Enzo Ghinazzi, registrato al teatro Petrarca di Arezzo.
Nel post si spiega che Pupo “ha cantato un’opera del compositore Aleksandr Zatsepin e del poeta Leonid Derbenev”. Il post del Centro culturale aggiunge una annotazione storica sul brano eseguito “per la prima volta nel 1973 nel film La terra di Sannikov. Nel 2017 la composizione era al 9° posto tra le 100 canzoni più importanti in russo (1917-2017)”.
Su Instagram il video ha ottenuto centinaia di like ed è stato rilanciato su Facebook da profili di utenti russi che approvano il lavoro dell’artista aretino e sottolineano come la canzone sia “molto cara” al loro popolo. Pupo in realtà specifica di aver scelto il Petrarca, teatro della sua città, per le riprese di quello che vuole essere un messaggio di pace e di unione tra russi e ucraini divulgato in musica.
Il cantautore ha eseguito al pianoforte la canzone accompagnato da tre musicisti (violino, contrabbasso e chitarra) e un ensemble di coriste; nella parte finale è rimasto da solo sul palcoscenico mostrando due immagini affiancate delle piazze di Mosca e Kiev, quasi come fossero un’unica agorà. Un modo per riaffermare l’importanza della pace e della fratellanza tra i popoli.
Ma il fatto che a postarlo sui social e a renderlo pubblico sia stato il Centro culturale russo sta scatenando polemiche, mettendo in una posizione scomoda Enzo Ghinazzi, così come si chiama l’artista. .
Tant’è che per il momento il video non compare sui profili social del cantautore. Dall’entourage dell’artista si fa sapere che il lavoro definitivo uscirà solo nei prossimi giorni, corredato da un testo scritto dallo stesso Pupo che spiega il senso dell’opera musicale: “Yest tol’ko mig è una canzone della cultura popolare di tutta l’ex Unione Sovietica. Io l’ho ascoltata e cantata migliaia di volte, sia in Russia che in Ucraina. Nei concerti pubblici e nelle feste private, dove non c’era distinzione tra russi e ucraini. Due popoli fratelli che devono continuare ad esserlo. #peace”.
Un precedente ha già sollevato polemiche e risale a gennaio: era stato lo stesso Pupo a rivelare di essere stato bandito dall’Ucraina: “Il ministero degli Esteri italiano mi ha informato che il governo dell’Ucraina mi ha inserito nella lista nera, gli indesiderati, i criminali. Se mi presento alla frontiera, rischio l’arresto. Tutto questo perché l’anno scorso, ho partecipato al Festival russo della canzone di guerra in Crimea. Peccato! Ma io non mi fermerò. Continuerò a portare la mia musica per il mondo. Ovunque mi sarà data la libertà di cantare”.
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