Riciclaggio e maxi frode con crediti di imposta, sequestrati beni per oltre due milioni di euro

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Sono scattati i sigilli agli immobili e ai beni della rappresentante di una società leccese per un sospetto riciclaggio e maxi frode con crediti di imposta. La società è specializzata nel commercio di dispositivi elettromedicali. Coinvolta nell’inchiesta e nel riciclaggio la figura dell’ex marito della rappresentante, un imprenditore edile barese indagato a giugno per la gestione del bonus facciate. L’operazione è stata condotta e portata a termine della Guardia di Finanza di Bari contro il riciclaggio, nonché l’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita che riguardano l’azienda con sede a Lecce. Nelle indagini è coinvolta anche la società della Reggina Calcio, la cui posizione sportiva sarà vagliata dalla Covisoc. Nella giornata di ieri, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica del capoluogo, avente per oggetto, in via diretta, le disponibilità finanziarie di una società con sede a Lecce e, per equivalente, i beni del suo rappresentante, per un valore complessivo di circa 2,3 milioni di euro, quale profitto delle ipotesi di reato di riciclaggio nonché di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Le indagini sinora svolte dalle Fiamme Gialle baresi (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) avrebbero fatto emergere l’esistenza di un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti.

Riciclaggio e maxi frode, coinvolta anche la Reggina Calcio

Tale presunto sistema illecito graviterebbe principalmente intorno alla figura di un imprenditore barese titolare di una s.r.l., attiva nel settore edile, destinatario – lo scorso 9 giugno – di un sequestro avente per oggetto beni e crediti di imposta per un valore di oltre 140 milioni di euro costituenti il profitto e il prodotto dei reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. I successivi approfondimenti investigativi avrebbero consentito di accertare che la ex moglie dello stesso imprenditore barese avrebbe ricevuto denaro proveniente dalla monetizzazione di parte dei crediti inesistenti, impiegando parte delle liquidità così ottenute nell’attività economica di una s.r.l. con sede a Lecce, avente per oggetto la fabbricazione di articoli elettromedicali, di cui è amministratore unico. In tale contesto sarebbe, inoltre, emerso che la società calcistica Reggina 1914 s.r.l. avrebbe ricevuto dalla predetta s.r.l. barese – a titolo di permuta, quale pagamento di una sponsorizzazione – un credito fiscale ritenuto fittizio (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), pari ad euro 703.913,40 più Iva, utilizzato nell’aprile scorso per compensare debiti tributari e previdenziali relativi ai periodi di imposta dal 2016 al 2020. Tale circostanza è stata segnalata da questa Procura della Repubblica – per le valutazioni di competenza – alla Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio) della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC). I militari del Nucleo PEF Bari hanno, altresì, eseguito – su disposizione di questa Procura della Repubblica – decreti di perquisizione presso le sedi legali e operative della menzionata società leccese e della Reggina 1914 s.r.l., al fine di reperire documentazione utile allo sviluppo delle indagini.

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Carmelo Dimitri

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