Cerca di sferrare all’uomo due calci rotanti e un pugno, ma sembra volerlo mancare di proposito. Poi lo sottrae alla furia di un altro giustiziere che, invece, si accanisce contro Arshdeep Singh, indiano di 36 anni, clandestino, in Italia da poco tempo, sconosciuto alla banca dati delle forze dell’ordine.
Almeno fino al pomeriggio di giovedì quando è stato linciato al Quarticciolo, rione fra Prenestino e Torpignattara, da un gruppo di persone che poco prima lo avevano visto aggredire e rapinare una pensionata di 90 anni, trascinata sul marciapiede e derubata della borsa, ricostruisce il Corriere.
Non si esclude che il 36enne fosse a caccia di soldi per acquistare dosi di crack in una zona che è da sempre anche una importante piazza di spaccio della Capitale. Ma non è andato molto lontano. L’anziana, che abita poco distante, è stata soccorsa dai passanti ma poi, nonostante choc e contusioni, ha rifiutato di farsi visitare in ospedale.
La scena del pestaggio fra via Ugento e via Manfredonia – l’ennesimo a Roma quest’estate dopo la ladra al ristorante al Pantheon e un minorenne a Ostia sorpreso a rubare in un appartamento – è stata ripresa con il telefonino da una residente (che ha commentato dalla finestra quello che vedeva, preoccupata anche per la sorte dell’auto della figlia, dietro alla quale il 36enne aveva cercato di ripararsi) ed è subito diventata virale sul web, diviso fra commenti pro giustizieri (l’85% per Welcome to favelas) e contro il linciaggio del malvivente (centinaia su Facebook e X) che alcuni passanti hanno poi sorvegliato fino all’arrivo delle pattuglie dei carabinieri.
Volti noti, dunque, ben ripresi nel video acquisito dai carabinieri.
Almeno i primi sette soggetti – ma non si esclude il coinvolgimento di altre persone – saranno denunciati per lesioni.
Singh, incredibilmente ferito in modo lieve nonostante i ripetuti calci alla testa (è stato dimesso dall’ospedale con pochi giorni di prognosi e la sospetta frattura del naso), è stato arrestato per rapina, ma è già libero.
Ieri è comparso davanti al giudice che ha convalidato il provvedimento disponendo nei suoi confronti il divieto di dimora nel comune di Roma in attesa del processo: non può lasciare il territorio nazionale pur essendo irregolare e ha nominato come domicilio lo studio dell’avvocato d’ufficio.
Parla solo inglese e non è chiaro dove si sia rifugiato, forse anche per sfuggire a eventuali vendette, sebbene sia comunque intenzionato a denunciare chi lo ha picchiato.
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