San Biagio di Callalta primo Comune veneto ad aderire al protocollo d’intesa per la sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo

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In campo una lettera inviata a 5000 cittadini attraverso il notiziario comunale e il gesto di Chiara pronta a donare, dopo aver perso la sorella nel 2017 di tumore

7.7.2021 – Chiara è la sorella di Margherita, morta nel 2017 a soli 18 anni, uccisa da un raro sarcoma che non le ha lasciato scampo. In suo onore è stata creata l’Associazione “Margherita c’è ancora vitawww.margheritamion.it.

Oggi, a 21 anni compiuti, Chiara ha deciso di fare un gesto che potrebbe salvare tante vite umane come è stato allora per la sorella Margherita.

Prima di partire per le vacanze estive Chiara ha deciso di sottoporsi ad un semplice esame del sangue per entrare nel registro dei donatori di midollo osseo.

Se la chiameranno perché gemella genetica di qualcuno (esiste una percentuale di compatibilità di 1 a 100 mila) lei è pronta a dare una parte di sé per salvare quella persona.

Non lo ha potuto fare per la sorella, perché la sua patologia non dava questa possibilità, oggi vuole farlo per qualcuno che non ha un nome ma un’anima e tanta voglia di vita.

Come Devis, suo coetaneo, di San Fior, a pochi km da San Biagio di Callalta dove Chiara vive assieme al padre Marco, assessore allo sport del comune, emozionato tanto quanto la figlia per questa giornata speciale.

Devis a soli 21 anni, è uno dei 4 veneti che in questo momento hanno lanciato un appello di vita. Oltre a lui due bambini di 5 anni e una donna di 50 anni, padovani. Tutti e 4 hanno come unica alternativa di vita il trapianto di midollo se troveranno un donatore compatibile.

E così Chiara ha preso appuntamento e si è recata all’ospedale di Oderzo, nel centro trasfusionale per effettuare il prelievo del sangue.

Ad accompagnarla i medici della struttura, diretta dalla prof. Veronesi e la presidente di Admo Treviso Roberta Bozzetto, che ha regalato a Chiara la maglietta di Admo e qualche gadget dell’associazione.

“Provo tanta felicità e speranza di aiutare qualcuno – ha detto Chiara -. In questi attimi prima della donazione ripensavo al percorso della malattia di mia sorella. Il mio desiderio più grande sarebbe stato quello di poterla salvare. Il mio appello ai giovani dai 18 ai 35 anni è quello di donare, perché da un gesto semplicissimo si può salvare una vita. Nella sfortuna ho avuto la fortuna di conoscere delle persone meravigliose

come Devis, a cui va tutta la mia stima e ammirazione per la forza con cui sta affrontando questo percorso lungo e molto difficile. Gli auguro di guarire e di tornare a vivere la vita che un ragazzo di 20 anni dovrebbe vivere. E quindi ho deciso di far parte di questo progetto e di unirmi insieme a tante persone sperando di essere quell’uno su 100 mila per aiutare qualcuno”.

Una scelta assecondata con piacere anche dall’Ulss 2 trevigiana.

“A Chiara, così come a tutti i giovani che scelgono la donazione – commenta Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 – va il nostro più sentito ringraziamento per la sensibilità e la generosità che dimostrano. Ai ragazzi, a tutti i nostri ragazzi, va il nostro appello affinché, con un semplice gesto, diano un contributo per salvare la vita di chi è stato meno fortunato di loro. Un grazie di cuore va anche ad Admo, sempre presente e attiva sul territorio, e al Comune di San Biagio di Callalta per l’iniziativa di sensibilizzazione”.

Finita la tipizzazione, come si dice in gergo, e per chiudere il cerchio virtuoso, Chiara con il papà si sono quindi recati nel municipio del loro comune per comunicare al sindaco Alberto Cappelletto la “missione compiuta” e per ribadire l’importanza di un gesto così semplice, come un esame del sangue, per diventare potenziale donatore di midollo osseo e quindi dare potenzialmente vita a chi ne ha bisogno.

San Biagio ha infatti un primato. Quello di essersi mosso per primo in Veneto all’interno del protocollo d’intesa firmato da Anci Veneto e Admo Veneto “ Un dono in comune” per una sensibilizzazione capillare alla donazione, ognuno secondo la sua sensibilità e disponibilità. https://www.admoveneto.it/un-dono-in-comune/

Toccata dall’esperienza di Margherita, la Giunta di San Biagio di Callalta non ha esitato a chiamare subito Admo Veneto e ad organizzare un’azione di sensibilizzazione all’interno del territorio comunale.

“Noi usiamo strumenti social, ma abbiamo approfittato della diffusione del notiziario comunale nel quale raccontiamo capillarmente alle famiglie quello che si fa nel nostro Comune, per allegare questa bella iniziativa, un Dono in Comune, accompagnata da una nostra lettera. E’ lo spirito che ci contraddistingue, siamo presenti per aiutare e sostenere le famiglie”. Queste le parole del sindaco Alberto Cappelletto.

“Noi siamo stati tanto aiutati dalla comunità di San Biagio quando abbiamo vissuto il lutto di nostra figlia – ha aggiunto l’assessore e papà di Chiara, Marco Mion. Ci hanno aiutato a trasformare il dolore in un progetto. Prima il libro che racconta la storia di Margherita, oggi il sostegno alla donazione di midollo”.

Un appello va a tutti i giovani dai 18 ai 35 anni, età in cui le persone possono entrare nel registro, se in buona salute e sopra i 50 kg. Questi sono gli unici requisiti indispensabili per diventare donatori.

Ora il testimone di vita passa al prossimo comune veneto pronto a mettere in pratica un dono in comune.

Il prossimo appuntamento sarà nel padovano, a Piazzola sul Brenta il 9 luglio, all’interno di un campo di lavoro per adolescenti. Qui i volontari Admo sono stati invitati a parlare di midollo osseo ai giovani che stanno frequentando le settimane di lavori socialmente utili.

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Redazione Treviso 1

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