Il carcere duro, la certezza di non uscire più dal penitenziario dove è stato rinchiuso e la malattia che lo affligge probabilmente alla lunga lo hanno convinto a collaborare coi magistrati.
Sandokan è stato catturato nel 1998 e condannato all’ergastolo nel maxiprocesso Spartacus per diversi delitti.
Prima di lui, il figlio Nicola, nel 2018, scelse la via del pentimento, ma nulla faceva presagire che pure il padre avrebbe preso la stessa decisione, visto che la sua figura è stata mitizzata nell’ambiente criminale.
Schiavone, alle prese con un tumore, custode di importanti segreti, era uno degli ultimi irriducibili della camorra.
In questi giorni le forze dell’ordine si sono recate a Casal di Principe per proporre ai parenti del capoclan, tra cui il figlio Ivahnoe, di entrare nel programma di protezione, a conferma della volontà di Sandokan di collaborare con la Dda di Napoli.
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