Sardegna: cane ucciso a fucilate e buttato nel fiume con una pietra legata al collo

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  • L’associazione in difesa degli animali offre una ricompensa di 4mila euro a chi fornisce informazioni per risalire al responsabile dell’uccisione del cane.

L’avrebbero ucciso con una fucilata. Per poi buttare il povero cane – probabilmente ancora agonizzante – nel fiume e con una grossa pietra legata al collo. L’assurda vicenda è andata in scena ieri, nelle acque del Rio Posada, proprio all’altezza del ponte in legno che poi porta alla spiaggia di “Iscraios”, nel comune di Posada. Il povero animale, un cane maschio di grossa taglia, è stato visto da una signora che passeggiava in quella zona. Era legato con un cavetto ad una grossa pietra e a mala pena galleggiava nell’acqua. La donna, spaventata, ha contattato il sindaco del paese, Salvatore Ruiu, ed immediato è stato l’intervento degli operai del Comune. I tecnici – non con poche difficoltà – sono riusciti a portare a riva il cane bianco di grossa taglia: una sorta d’incrocio con un pastore maremmano. I tecnici hanno subito capito che la morte dell’animale non era sicuramente naturale. E per questo hanno immediatamente contattato gli agenti della stazione forestale di Siniscola e anche due veterinarie della Asl.

Ferito alla testa

Le specialiste della Asl, esaminando il corpo senza vita dell’animale, hanno subito notato una profonda ferita alla testa. Probabilmente provocata da un’arma da fuoco. Al collo, inoltre, aveva evidenti segni del cappio che con una pietra legata non lo faceva muovere dal fondo. Il cane, come hanno accertato le due specialiste, non aveva il microchip e di conseguenza non si è potuto risalire al suo proprietario. Gli inquirenti ipotizzano che il cane sia stato ucciso, perché avrebbe dato fastidio a qualche altro animale che pascolava nella zona. Ma tutte le ipotesi sono aperte. L’autore del folle gesto, se scoperto, rischia una pesante denuncia. Nel frattempo l’Associazione Italiana in difesa degli animali e dell’ambiente (AIDAA), ha offerto una taglia di 4mila euro a chiunque riesca a fornire informazioni utili per risalire all’autore dello spregevole gesto.

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Alessandro Testa

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