Si Cobas e Usb nella bufera: arrestati dirigenti sindacali

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“Di fronte alla sfacciata ipocrisia della giustizia dei padroni, il SI Cobas indirà a breve una mobilitazione con effetto immediato dentro e fuori ai luoghi di lavoro, e si impegna a fare si che si sviluppi la massima convergenza ed unità d’azione con l’insieme delle forze sindacali, sociali e politiche di classe e antigovernative, a partire da Usb che è come noi bersaglio di questo squallido teorema accusatorio”.

Reagiscono così i rappresentanti di Si Cobas. Che proclamano un sciopero di 24 ore. Così come fa anche l’Usb Nazionale:

“La USB proclama lo sciopero generale della logistica a partire dal turno di notte odierno e per 24 ore, lancia un appello a tutte le proprie federazioni perché attivino presidi di protesta in ogni città e sta valutando con i propri legali la controffensiva giudiziaria per smontare questo vero e proprio teorema antisindacale e le ulteriori iniziative di lotta”.

Sono le reazioni a quella che “Non è un’indagine contro i sindacati di base ma contro alcuni leader che hanno gestito il sindacato come cosa loro anche a livello economico, e le prime vittime sono i lavoratori stessi che credevano nelle due sigle. In queste pagine non c’è nulla che possa essere limitativo e offensivo dell’attività sindacale lecitamente svolta”.

A dirlo è il Procuratore di Piacenza, Grazia Pradella, nella conferenza stampa nella quale ha illustrato le lunghissime indagini di Digos e Squadra Mobile e che hanno portato a 8 persone indagate (6 agli arresti domiciliari, 1 obbligo di firma e un divieto di dimora) tutti dirigenti delle due organizzazioni sindacali, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati, tra cui violenza privata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio.

Molte le aziende coinvolte nelle proteste: Leroy Merlin, Gls, Ikea, Tnt, Sda, Amazon, solo per citarne alcune definite “fondamentali per la vita economica per la città” dal Procuratore. 

Non appena la notizia degli arresti si è diffusa, in viale Malta si sono radunate più di cento persone che hanno protestato e urlato contro gli arresti, successivamente questi sono andati davanti alla prefettura per un picchetto.  

“Solo una lettura avulsa da pregiudizio – spiega Pradella – può rendere idea cosa contiene l’ordinanza che vede ben 150 capi di imputazione, ossia episodi ascrivibili agli indagati. Abbiamo linee ben precise di investigazione che hanno portato ad identificare due distinte associazioni per delinquere. Le ultime manifestazioni non legittime saranno comprese in più recenti notizie di reato”.

Gli arrestati sono Abed Issa Mahmoud El Moursi, Ali Mohamed Arafat, Elderdah Fisal, Aldo Milani, Roberto Montanari, Carlo Pallavicini, Bruno Scagnelli, Zagdane Riadh.

Nello specifico, a seguito di una articolata attività di indagine iniziata nel 2016 e di fatto non ancora finita “è stato constatato – fanno sapere gli inquirenti – anche attraverso l’uso di intercettazioni telefoniche e riscontri patrimoniali, come, fin dal 2016, dietro lo schermo delle sigle sindacali, gli indagati avessero dato vita a due distinte associazioni per delinquere finalizzate ad introitare i proventi derivanti dalle sostanziose conciliazioni lavorative e dal tesseramento dei lavoratori impiegati nel settore della logistica piacentina a seguito dei conflitti che venivano artificiosamente creati dagli stessi”.

“Dietro i numerosissimi picchettaggi e azioni di protesta apparentemente rivolte alla tutela dei diritti dei lavoratori, si celavano azioni delittuose finalizzate ad aumentare sia il conflitto con la parte datoriale sia tra le opposte sigle sindacali, al fine di aumentare il peso specifico dei rappresentanti sindacali all’interno del settore della logistica per ottenere vantaggi che esulavano dai diritti sindacali apparentemente tutelati”.

“L’indotto economico ricavato – hanno spiegato – serviva inoltre ai vertici dell’organizzazione, oltre che per un diretto guadagno personale, anche per alimentare le figure intermedie dei delegati, da tenere a libro paga del sistema, con la prospettiva di “carriera”. Le singole multinazionali o i datori di lavoro di volta in volta interessati, venivano sottoposti ad una condizione di esasperazione che li costringeva ad accettare le richieste economiche che gli venivano fatte. Gli indagati sono accusati di essersi avvalsi delle loro posizioni all’interno dei sindacati per perseguire finalità di carattere strettamente personale, non esitando a mettere in pericolo l’incolumità dei loro iscritti in proteste sempre più estreme, sfruttando anche mediaticamente le loro vicende giudiziarie, per perseguire obiettivi  di potere ed arricchimento”.

SI COBAS

Il comunicato con cui si reagisce agli arresti:

“Sciopero generale nazionale Si Cobas Lavoratori Autorganizzati OGGETTO: INDIZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI 24 ORE SU TUTTE LE CATEGORIE A PARTIRE DAI TURNI SERALI DELLA GIORNATA DI OGGI 19/07/2022 SINO A DOMANI 20/07/2022 PER TUTTE LE TURNISTICHE RICOMPRESE.

All’alba di questa mattina sono state emesse pesantissime misure cautelari dalla Procura di Piacenza e dirette tra le altre agli arresti di 4 dirigenti nazionali dell’Organizzazione Sindacale Sicobas.Agli arresti domiciliari Aldo Milani , Arafat Elnaahhas Ali Mohammed , Carlo Pallavicini , Bruno Scagnelli.

Colpiti dalle medesime misure anche due esponenti nazionali di Usb mentre altre due misure cautelari sono state emesse per altri 2 esponenti locali di Usb.

Questa operazione ha l’obbiettivo di infangare e screditare il sindacalismo conflittuale nel suo insieme, strumentalizzando singoli episodi, del tutto fisiologici, di dialettica interna tra i lavoratori di diversa appartenenza di sigla all’interno di singoli magazzini, travisando volutamente i fatti, i termini e i contenuti di alcune dure vertenze sul territorio piacentino allo scopo di presentare le lotte contro lo sfruttamento e i salari da fame come una sorta di “faida” tra sindacati per accaparrarsi qualche iscritto in più.

Le lotte che la Procura vuole criminalizzare hanno portato in centinaia di aziende e magazzini a un miglioramento delle condizioni di vita e salariali dei lavoratori e al superamento di quel sistema di sfruttamento e caporalato in cui hanno da sempre sguazzato finte cooperative spesso legate alla criminalità organizzata e che, con la complicità dei sindacati confederali, si è allargato e alimentato come un cancro proprio grazie alla compiacenza e all’omertà di quelle stesse Istituzioni e di quelle stesse procure che oggi si accaniscono contro il SI Cobas e l’Usb.

Si tratta di uno schema, oramai consolidato, di “giustizia” politica ad orologeria, laddove la Procura di Piacenza obbedisce ai richiami del governo Draghi che solo pochi giorni fa, attraverso un colpo di mano parlamentare, ha introdotto una nuova norma nel Codice Civile che cerca di garantire alle grandi multinazionali della logistica l’immunità totale per tutti i furti compiuti dai loro fornitori sulle buste- paga dei drivers alliudendo alla possibilità di far venir meno il principio della responsabilità solidale negli appalti.

Di fronte alla sfacciata ipocrisia della giustizia dei padroni, il SI Cobas indirà a breve una mobilitazione con effetto immediato dentro e fuori ai luoghi di lavoro, e si impegna a fare si che si sviluppi la massima convergenza ed unità d’azione con l’insieme delle forze sindacali, sociali e politiche di classe e antigovernative, a partire da Usb che è come noi bersaglio di questo squallido teorema accusatorio.

Per questi motivi, SI Cobas indice 24 ore di sciopero su tutte le categorie del lavoro privato e pubbliche a partire dai turni serali della giornata di oggi 19/07/2022 sino a domani 20/07/2022.Si precisa che nel corso della suddetta giornata saranno garantiti i servizi minimi essenziali.

Nei presidi e manifestazioni che saranno organizzati in concomitanza allo sciopero generale intercategoriale saranno rispettate tutte le disposizioni legislative e/o governative e/o regionali in materia di misure anti-Covid (distanza sociale tramanifestanti, dispositivi protettivi DPI, ecc.).Si rammenta alle Istituzioni in indirizzo di garantire il rispetto dell’informazione all’utenza sullo sciopero come previsto dall’art. 2 punto 6 della legge 146/90 e successive modificazioni”.

USB

E quello dell’Usb:

“Misure cautelari e perquisizioni contro l’Unione Sindacale di Base e le lotte di classe: USB proclama lo sciopero generale della logistica. Giù le mani da USB!

Da questa mattina all’alba è in corso un’operazione di polizia su input della Procura di Piacenza nei confronti di dirigenti sindacali dell’USB e del Si Cobas della logistica. Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc. Numerosi i dirigenti sindacali posti agli arresti domiciliari e le perquisizioni.

La logistica è uno degli snodi centrali dell’economia capitalista di nuova generazione, la circolazione delle merci è un ganglio determinante della catena del valore ed è lì che la contraddizione si esprime a livello più alto: sfruttamento della manodopera, per lo più straniera e ricattabile, utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a cooperative anche con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata, diritti sindacali inesistenti e sistematicamente violati e quindi è lì che le lotte, il conflitto sono più dure e determinate e lì colpisce la repressione.

La USB è nel mirino del Ministero degli Interni e delle Procure di mezz’Italia ormai da troppo tempo, dalle denunce a raffica nei confronti di chi si oppone alla guerra e all’invio di armi, alle condanne per chi manifestava contro l’assassinio del nostro delegato proprio della logistica Abd El Salam durante un picchetto proprio a Piacenza per cui nessuno ha pagato, al “ritrovamento” di una pistola in un bagno della Federazione nazionale USB che si prova ad accollare ad un dirigente sindacale proprio della logistica.

È quindi evidente il tentativo, questo sì criminale, di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori.

La USB proclama lo sciopero generale della logistica a partire dal turno di notte odierno e per 24 ore, lancia un appello a tutte le proprie federazioni perché attivino presidi di protesta in ogni città e sta valutando con i propri legali la controffensiva giudiziaria per smontare questo vero e proprio teorema antisindacale e le ulteriori iniziative di lotta”.

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Redazione Nazionale

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