Strage migranti in Calabria, almeno 59 morti. Il grido di dolore di Mattarella: “La Ue intervenga”

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E’ al momento di 59 morti il numero dei migranti annegati stamattina a Steccato di Cutro, località a 20 chilometri da Crotone; erano ammassati a bordo di un peschereccio che per il mare in cattive condizioni si è spezzato in due.

Un bilancio che purtroppo, secondo gli inquirenti e i soccorritori è destinato con ogni probabilità ad aggravarsi.

Non è, infatti, chiaro, quanti fossero a bordo: secondo quanto si apprende dalle operazioni di soccorso, i migranti ammassati sul vecchio barcone erano circa 150; secondo alcuni superstiti, però, sarebbero stati invece circa 180; per altri ancora molti di più, almeno 250. Un accertamento è reso difficile dal fatto che i migranti salvati non parlano l’inglese.

L’ipotesi fatta dagli inquirenti e dai soccorritori è che le vittime del naufragio siano di più di quelle accertate fino adesso e si teme possano essere più di 100.

Tra le vittime accertate ci sono anche due gemellini di pochi anni e un bimbo di pochi mesi. Secondo alcune stime, nella strage potrebbero essere morti una ventina di bambini.

Interrogatori in Procura ai presunti scafisti

In procura è stato interrogato una delle tre persone che gli investigatori hanno decritto come possibili scafisti del peschereccio naufragato all’alba; si tratta di un cittadino turco e, i reati contestati al momento dal pm Giuseppe Capoccia sono quelli di immigrazione clandestina, omicidio colposo e disastro colposo.

Tra i relitti del peschereccio sarebbe già stato ritrovato anche il documento di un altra persona sospettata che al momento non è stato rintracciato e che potrebbe essere fuggito o essere tra i dispersi o le vittime.

Il peschereccio era partito 4 giorni fa dalla Turchia ed era stato rintracciato ieri sera a circa 40 miglia dalla costa calabrese da un aereo dell’agenzia europea Frontex in perlustrazione.

L’allarme era scattato immediatamente ed erano salpate le motovedette da Crotone e un pattugliatore del gruppo aeronavale di Taranto ma le condizioni proibitive del mare hanno costretto gli equipaggi a rientrare in porto

Secondo i racconti, i migranti “non hanno fatto in tempo a chiedere aiuto” e alcuni dei sopravvissuti avrebbero raggiunto la costa con i propri mezzi. È stata una telefonata giunta verso le 4 al reparto operativo aeronavale della Guardia di finanzia di Vibo Valentia a fare scattare l’allarme.

Le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella

Tra le reazioni di molti politici a quella che è una delle tragedie più gravi nel Mediterraneo in questi ultimi anni c’è quella del Presidente Sergio Mattarella che si è detto “Addolorato per il naufragio e ha sollecitato “un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico”. Il Presidente non ha usato mezzi termini, soprattutto nei confronti dell’Unione europea: “È indispensabile – ha detto Mattarella – che l’Ue assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie”.

Anche la premier Giorgia Meloni, si è detta addolorata e dichiarato che “lL governo è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti”.

Papa Francesco stamattina durante l’Angelus ha detto: “Ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese presso Crotone… Già sono stati recuperati quaranta morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle“.

L’atto di accusa da SeaWatch: “L’assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno”

Durissimo il tweet che arriva da SeaWatch, l’organizzazione tedesca no-profit attiva nel Mediterraneo centrale: «Ancora una catastrofe nel Mediterraneo. Dolore e sgomento per le vittime che si contano a decine. Uomini, donne e bambini. Intollerabile che l’unica via d’accesso all’Europa sia il mare. L’assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno”.

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Redazione Nazionale

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