Due sucidi in poche ore.
Un funzionario della polizia provinciale di Palermo questa notte si è tolto la vita lanciandosi dal sesto piano di un palazzo a Bagheria. I finanzieri erano andati a casa per notificargli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di corruzione.
L’uomo, 61 anni, durante le operazioni di notifica del provvedimento ha chiesto a un finanziere di potere andare in bagno. In un attimo ha aperto la finestra e si è lanciato nel vuoto. Un maresciallo che lo seguiva da vicino ha tentato in tutti i modi di fermarlo senza riuscirci. Il militare si è provocato una grave ferita alla mano ed è stato trasportato al pronto soccorso.
Il funzionario della municipale era coinvolto in un’indagine per corruzione nella quale sono indagate altre nove persone: imprenditori che, in cambio di soldi o regali, avrebbero ottenuto rinnovi di autorizzazioni ambientali o soffiate sui controlli e ispezioni in programma.
E ieri mattina un luogotenente della Guardia di finanza che come testimone dell’accusa avrebbe dovuto partecipare al processo nato dall’operazione antimafia “Petrol Mafie” si è tolto la vita.
Il suo corpo è stato trovato in un appartamento di proprietà dei suoceri (usato solo per il periodo estivo) a Pizzo Calabro.
Il 52enne si è ucciso con un colpo di pistola.
L’uomo aveva già deposto sabato scorso nel processo che mira a far luce sugli interessi della ‘Ndrangheta nei traffici illeciti con gli idrocarburi.
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