Surgo: ‘Finalmente Governo frena richieste assurde di Acciaierie d’Italia’

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Condividiamo il netto diniego della proprietà, dunque del Governo, alla scandalosa proposta avanzata da Acciaierie d’Italia che ha chiesto uno sconto sul prezzo finale di acquisto e un altro sul canone di fitto dello stabilimento ex Ilva di Taranto. Ovvero, rispettivamente, circa 200 milioni in meno e il taglio di un ulteriore 25 per cento sul canone di fitto.

Il Mes, movimento socialista europeo, apprezza il no opposto alla doppia richiesta che Acciaierie d’Italia ha avanzato al tavolo su cui si sta trattando la formulazione del nuovo contratto. Il negoziato è ripartito a seguito della decisione dello Stato di non acquisire il 60 per cento del capitale sociale non essendosi verificate le condizioni dell’accordo di dicembre 2020, tra queste il dissequestro degli impianti.

Antonio Surgo, che riveste l’incarico di responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce del Movimento Socialista europeo afferma: “Finalmente il Governo, attraverso Invitalia, socio pubblico di Acciaierie d’Italia, interviene per porre un freno alle pretese assurde avanzate dall’attuale gestore dell’impianto siderurgico tarantino – dichiara -. Ora che Acciaierie d’Italia ha palesato le sue intenzioni, ossia gestire la fabbrica evitando di mettere mano al portafogli, sarebbe giunta l’ora che il Governo spulciasse i conti dell’azienda, di cui è socio sia pur di minoranza, e verificasse come vengono sperperati i soldi già anticipati dallo Stato, soldi pubblici dei contribuenti italiani in danno dell’azienda, dei suoi lavoratori e della città”.

“Da tempo – prosegue Surgo – lamentiamo la gestione scellerata dello stabilimento siderurgico ad opera dell’attuale management nonostante le nostre rimostranze non siano state sinora prese nella serissima considerazione che meritano. Per l’ennesima volta invitiamo il presidente del Consiglio Draghi e il presidente di Acciaierie d’Italia a cacciare via l’amministratore delegato, il responsabile dell’ufficio acquisti e quello delle risorse umane ripristinando così una situazione di regolare amministrazione del complesso siderurgico più grande d’Europa, una mossa che porterebbe benefici tanto sul piano occupazionale che su quello ambientale che ci sta molto a cuore”. (Comunicato stampa)

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Dante Sebastio

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