Taranto avvolta da una tempesta di minerale nella serata di ieri, lunedì 7 febbraio. “Le immagini giustamente postate sui social dai cittadini – dichiara il presidente provinciale di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande – ancora una volta confermano quanto sia assurdamente alto ed ingiustificato il prezzo che la Città e i Tarantini continuano a pagare in nome della tutela della produzione nazionale dell’acciaio. Anche in queste ultime ore, contrassegnate da forti venti, i cittadini, in particolare gli abitanti del quartiere Tamburi, sono costretti a restare chiusi nelle case e nei negozi per difendersi dalle polveri inquinanti e per non respirare un’area impregnata di agenti cancerogeni. Nulla può giustificare che la salute dei cittadini sia sistematicamente messa a rischio dalle emissioni inquinanti dello stabilimento siderurgico e che la produzione dell’acciaio non sia vincolata dalla Valutazione dell’Impatto Sanitario. Pensare che la decarbonizzazione possa essere realizzata in 10 anni significa ipotecare la salute di una nuova generazione di futuri cittadini, a parte coloro che già oggi sono possibili vittime dell’inquinamento atmosferico. La transizione ecologica, la sfida che vede impegnata l’Italia e l’Europa, sembra essere molto lontana da Taranto, e nulla sembra poter fermare la ferrea logica perversa di uno Stato che impone ai suoi cittadini inquinamento, malattie e disagio sociale ed economico e che a fronte di tante promesse risarcitorie viene meno ai suoi impegni. E’ ora di dire BASTA a tutto ciò. La Città deve reagire”.
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