Tasse: tutti i cambiamenti previsti “Entro febbraio”

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Un nuovo sistema fiscale, fatto di regole semplici e certe, con l’obiettivo di far pagare meno tasse, ma a tutti i contribuenti, recuperando quindi base imponibile e creando le condizioni per attirare più investimenti dall’estero.

Un sistema imperniato sulla collaborazione tra amministrazione fiscale e contribuenti e con una riduzione del carico di contenzioso e delle sanzioni.

È questo il nuovo fisco cui mira il centrodestra e per realizzare il quale il governo presenterà un disegno di legge delega, “Entro febbraio”, dice il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che ci sta lavorando.

La semplificazione riguarderà anche l’imposta più importante, l’Irpef.

Nell’arco della legislatura, conferma Leo al Corriere, si passerà dalle 4 aliquote attuali a 3, “con l’obiettivo di alleggerire il prelievo, in particolare per il ceto medio”.

E, sempre gradualmente, dovrebbe arrivare la flat tax incrementale per tutti.

Ovvero, il prelievo agevolato del 15% sui redditi in più dichiarati rispetto al massimo denunciato nel triennio precedente, introdotto dal 2023 per le partite Iva, dovrebbe essere esteso anche ai lavoratori dipendenti.

“Vogliamo farlo – spiega Leo – ma ovviamente dobbiamo verificare i costi di questa come di altre misure con la Ragioneria generale”. Il governo vuole fare una riforma complessiva e incisiva, ma “senza ricorrere a scostamenti di bilancio”, sottolinea il viceministro, cioè senza aumentare il deficit. E quindi la riforma dovrà contenere le coperture rispetto a eventuali cali del gettito. Leo pensa che “abbassando il peso fiscale e semplificando il sistema emergeranno molti redditi che oggi non vengono dichiarati e quindi anche se i singoli contribuenti pagheranno meno il gettito complessivo crescerà”.

Inoltre, risorse per la riforma verranno recuperate con “il riordino della giungla delle tax expenditure: oggi ci sono 70 pagine di istruzioni relative a detrazioni, deduzioni, crediti d’imposta. Bisogna razionalizzare e ridurre queste agevolazioni”.

Si tratta di un tema complesso col quale si sono scontrati tutti i governi. La scelta da fare è sempre la stessa: intervenire “chirurgicamente”, cancellando alcuni sconti fiscali meno giustificabili sul piano sistematico oppure tagliare tutti gli sgravi, o alcuni di questi, al di sopra di certi redditi, “ovviamente senza toccare quelli che riguardano le spese sanitarie e gli interessi sui mutui”, precisa Leo.

La delega interverrà anche sulla principale imposta indiretta. In particolare, dice il viceministro, si potrebbero spostare alcuni beni e servizi dall’aliquota del 10% a quella del 5%.

“Per esempio, quelli del settore turistico alberghiero, visto che il nostro è un Paese a vocazione turistica”. Inoltre, per combattere l’evasione Iva, di cui l’Italia detiene il record in Europa, si farà affidamento sulla dichiarazione precompilata Iva, “che penso potrà arrivare già dal prossimo anno» e sul concordato preventivo biennale per le piccole e medie imprese: in pratica, un patto tra fisco e contribuente dove il primo propone al secondo le tasse da pagare per i successivi due anni e se il contribuente accetta, non subirà controlli e verifiche”.

“Possiamo proporre il concordato fiscale – dice Leo – perché ormai l’amministrazione dispone di un tale quantitativo di dati, grazie anche alla fatturazione elettronica, che può presumere quello che il contribuente dovrà pagare. Anche qui riteniamo che emergerà base imponibile, in una logica di collaborazione che, oltretutto, farà scendere il contenzioso”.

Per le imprese verrà portato a compimento il percorso di totale cancellazione dell’Irap. Oggi, spiega Leo, “il sistema è sbilanciato. Per esempio, il professionista singolo non paga l’Irap mentre la pagano gli studi professionali e le società di persone. In questi casi l’Irap andrà tolta e magari sostituita con un’addizionale Ires”.

Per le pmi abbiamo visto che l’idea è quella del concordato preventivo. Ma “anche per le grandi aziende la logica da seguire è quella della cooperazione”, dice il viceministro.

Bisogna far confrontare le imprese con l’amministrazione per pianificare le imposte che verranno versate e mettersi al riparo da verifiche e contenziosi. Inoltre, aggiunge Leo, occorre “valutare l’adeguamento della deducibilità sulle auto aziendali, ora ferma al 20%, anche per sostenere il settore dell’automotive, molto importante per il nostro Paese” e semplificare alcune norme, come quelle sulle società di comodo che si sono rivelate inefficaci, secondo il viceministro.

Per i lavoratori autonomi e i professionisti la delega di riforma del fisco dovrebbe prevedere l’ulteriore estensione della flat tax al 15%, che la manovra ha già reso possibile per le partite Iva con ricavi fino a 85mila euro. I programmi elettorali dei partiti di centrodestra prevedono di arrivare a 100mila euro. Leo si limita a dire che “arrivare a 100mila euro è in linea con il regolamento dell’Unione europea che consente appunto questo livello”.

Per il resto, appare cauto: “Vedremo, tenendo conto di due fattori. Il primo è che per molti contribuenti, soprattutto quelli che hanno costi elevati, è più conveniente il regime ordinario. Il secondo sono i costi di una eventuale ulteriore estensione della flat tax”.

Il viceministro difende anche le norme sui capital gain inserite in manovra e che stanno facendo molto discutere. “Abbiamo preso queste misure pensando in particolare alle rivalutazioni di immobili, terreni, partecipazioni, per allinearle ai valori di mercato. Su questo si versa il 14%, mentre resta invariata la tassazione al 26%, sulle eventuali future plusvalenze. Anche qui l’obiettivo è andare incontro al contribuente”.

Lo stesso obiettivo che animerà la riforma del contenzioso e delle sanzioni che entrerà nella delega, dice Leo. “Oggi siamo a livelli espropriativi. Si arriva fino a sanzioni dal 120 al 240%. Dobbiamo ridurre le sanzioni e semplificare le regole. Penso a una dichiarazione dei redditi fatta di poche pagine e a un sistema di regole certe. Solo così si possono attirare più investimenti dall’estero”.

Fin qui i propositi e le linee guida della riforma immaginata da Leo. Che dovrà superare la stessa contraddizione implicita nel disegno di legge delega naufragato nella precedente legislatura.

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Redazione Nazionale

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