Valle Scrivia, sequestrate oltre 60 tonnellate di pellet illegale

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L’attività condotta dai finanzieri della Tenenza di Busalla, sviluppata nell’ottica della trasversalità delle competenze attribuite al Corpo, si è concentrata in una serie di controlli volti a garantire la tutela del consumatore ed il rispetto delle norme dettate dal Codice del Consumo sulla produzione e sugli scambi commerciali intra ed extra UE afferenti il “pellet da riscaldamento per uso domestico”.

I militari, impegnati in tre distinte operazioni, al termine delle stesse, hanno sottoposto a sequestro un intero impianto di produzione ed oltre 60 tonnellate di pellet confezionato in circa 4.200 sacchi del peso cadauno di 15 kg.

Due aziende operanti nella Valle Scrivia e nella Val Polcevera, sono finite nei guai per aver prodotto o commercializzato pellet “fuorilegge”.

In un primo caso, dove il pellet veniva prodotto e commercializzato con falsi marchi di qualità, oltre al sequestro dell’impianto di produzione e del pellet trovato in azienda, si è proceduto anche con la segnalazione di due imprenditori alla Procura della Repubblica di Genova per “Frode nell’esercizio del commercio”.

Negli altri casi invece, i finanzieri intercettavano due distinti carichi di pellet provenienti dall’estero, i quali, venivano commercializzati senza l’apposizione delle informazioni minime previste dal Codice del Consumo.

All’atto dell’accesso, presso l’azienda sanzionata e segnalata alla locale Camera di Commercio, veniva anche trovato un soggetto intento ad eseguire attività di lavoro completamente “in nero” il quale, dopo aver tentato di allontanarsi per non essere scoperto, veniva prontamente fermato ed identificato dai militari operanti.

Le citate operazioni rappresentano un ulteriore sforzo profuso dalla Guardia di Finanza la quale è sempre attenta a contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza contribuendo a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.

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Redazione Genova

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