Caso Var: legale chiede danni alla Lega di Serie A per il gol annullato alla Juventus

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Ha visto sfumare una vincita di 3.603 euro per il gol annullato dal Var alla Juventus, quello che avrebbe fatto vincere ai bianconeri la gara contro la Salernitana e così ha chiesto i danni alla Lega nazionale professionisti di serie A.

Protagonista della vicenda Fabio Garzi, un avvocato perugino con la passione per il calcio che è pronto a far valere le sue ragioni anche davanti a un giudice perché, a suo parere, l’errore legato alla rete negata a Milik, gli ha fatto perdere una scommessa online.

L’avvocato perugino, assistito dal collega Andrea Colavita, ha inviato nei giorni scorsi alla Lega nazionale professionisti due pagine di diffida, in cui ricostruisce i fatti avvenuti in campo domenica e chiede di essere risarcito del danno “entro venti giorni”.

Nell’atto Garzi e il suo legale parlano di “errore degli addetti Var che, non considerando la posizione del giocatore Candreva, hanno disatteso la regola di giudizio più elementare, che consiste, in caso di verifica del fuorigioco su calcio d’angolo, nel seguire la posizione del giocatore che batte e di quello che si oppone al cross”.

“E non vi è dubbio – proseguono i due legali nella diffida – che della negligenza e imperizia del personale utilizzato (arbitro e tecnici tv), nonché delle eventuali carenze tecniche ed organizzative debba giuridicamente rispondere il soggetto che ha organizzato l’evento sportivo, e cioè, nella specie, la Lega serie A”.

Un errore “colpevole e determinante” secondo i due legali che ha portato “a un danno ingiusto consistente nella perdita della chance di realizzare una consistente vincita economica”.

Diffida alla quale, secondo quanto spiegato dall’avvocato e tifoso Fabio Garzi, la Lega ha già risposto “in maniera molto laconica, non entrando nel merito ma semplicemente asserendo che non sussiste una loro responsabilità”.

Una replica che non ha certo soddisfatto il legale il quale ora, insieme con il suo collega, sta valutando come procedere.

“Sto pensando di andare avanti e di agire in giudizio” ha spiegato Garzi.

“La competenza in questi casi – ha aggiunto – è del giudice di pace, quindi una causa anche abbastanza semplice dal punto di vista organizzativo. Io penso che questo sia un caso veramente peculiare. Non si parla dell’errore di un arbitro, visto che chiaramente nella storia ce ne sono stati a migliaia, ma il punto qui è che è stata utilizzata una tecnologia in maniera totalmente errata. Secondo me in questo caso c’è proprio il classico esempio di scuola di negligenza e imperizia. Poi si discuterà sul nesso di causalità e su altri aspetti, ma sotto il profilo della responsabilità io sono molto convinto”.

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Redazione Nazionale

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