Veterinario aggredito e picchiato dai cacciatori: “Uno col coltello a serramanico in pugno è stato trattenuto”

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“Sono stati aggredito dai cacciatori. Mi hanno detto frasi come ti spacco la testa. Ho deciso di filmare ciò che accadeva e poi di denunciare”.

Così Massimo Vacchetta, veterinario del Centro recupero ricci “La Ninna” a Novello, in provincia di Cuneo, colpevole di aver filmato i loro spari vicino alle case.

Il fatto è accaduto ieri, verso le 11 del mattino, riferisce il Corriere.

“Mentre curavo i ricci degenti al mio Centro abbiamo sentito i primi spari che hanno terrorizzato gli animali, i miei dipendenti e i volontari. Sono sceso di casa per avvertire i cacciatori di allontanarsi dalle case e sono stato brutalmente aggredito – racconta il veterinario -. Con questo decreto che permette ai cacciatori di sparare ovunque, anche nei parchi urbani e vicino ai centri abitati la situazione è diventata pericolosissima: ieri queste persone (erano più di dieci, con fuoristrada e cani) stavano sparando a pochi metri dalle case e hanno spaventato gli animali del Centro perché si è sentito un colpo fortissimo che mi stupisco non abbia colpito la nostra struttura. I cacciatori, incuranti dei numerosi turisti in giro per la vicina Fiera del Tartufo in una zona dove la gente viene per ammirare la bellezza del paesaggio e per apprezzarne i prodotti enogastronomici, non hanno smesso di sparare neanche dopo l’intervento delle forze dell’ordine, mettendo a rischio le persone (c’erano due turisti tedeschi molto spaventati), gli animali e la serenità dei miei pazienti”. 
 
Così, cellulare alla mano, è sceso in strada filmando quanto accadeva intorno a lui. 

Tanto è bastato per far innervosire i cacciatori, che così lo hanno minacciato prima e poi aggredito. 

“Oggi, mi sveglio con forti dolori alla gamba, al ginocchio, che non riesco più a piegare – racconta ancora- al collo e all’addome. Sono molto agitato e non ho dormito un solo minuto stanotte. Per fortuna avevo la mia adorata compagna accanto, la quale mi ha aiutato a gestire l’ansia e la rabbia per l’accaduto. Andrò al pronto soccorso e denuncerò gli aggressori. Sono stato aggredito e insultato (continuavano ad urlare che mi avrebbero spaccato la testa e mi hanno più volte strattonato e gettato a terra), nonostante il mio intervento fosse stato assolutamente pacifico: ero da solo e sono stato affrontato da più di dieci persone, tra cui uno che girava con il fucile a tracolla e un altro molto aggressivo, che è stato trattenuto dagli altri, perché mi è sembrato avesse afferrato un coltello a serramanico”.

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Redazione Nazionale

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