Voleva la figlia in affido, 44enne ucciso e bruciato a Pavia

L’indagine sulla morte di Mohamed Ibrahim Mansour, avvenuta l’11 gennaio in un capannone di Cassolnovo, provincia di Pavia, e successivamente celata dal rogo del suo veicolo ritrovato tre giorni dopo, si sta estendendo. Gli investigatori stanno identificando come responsabili del delitto Massimo e Claudio Rondinelli, fratelli dell’ex compagna della vittima, e Luigi D’Alessandro, cognato dei due.

Secondo quanto emerso, i tre sospettati avrebbero assassinato l’uomo perché questi aveva manifestato l’intenzione di richiedere l’affidamento della figlia alla sua ex compagna, sorella dei fratelli Rondinelli. La polizia ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati anche i genitori dei due fratelli, ma non si sa ancora quali siano le loro accuse. Mansour aveva in passato lavorato per la famiglia Rondinelli e avrebbe chiesto loro di intestare un terreno per garantirsi le risorse finanziarie necessarie per riavere la custodia della figlia.

La bimba ora si trova in affidamento

Attualmente, la figlia della vittima si trova sotto affidamento temporaneo presso una famiglia in un’altra provincia. Il 11 gennaio, grazie alle indagini della polizia, che si sono basate su rilievi e intercettazioni telefoniche, è stato possibile scoprire che i tre sospettati avrebbero preparato un’imboscata alla vittima. Sarebbero entrati nel capannone industriale dove il 44enne viveva e lo avrebbero ucciso con tre colpi di fucile da caccia calibro 12 e uno di pistola calibro 9.

Successivamente, i sospettati avrebbero spostato il corpo sulla macchina e l’avrebbero appiccato fuoco. Contemporaneamente, sarebbe stata ripulita la scena del delitto. Recentemente, Claudio Rondinelli è stato interrogato in carcere e ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.