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Morta in ospedale a 82 anni. La famiglia si oppone all’archiviazione. Tre medici accusati di omicidio colposo dal Tribunale di Latina. Il decesso dell’anziana ad Aprilia nel 2021

L’inchiesta sulla morte di Paola Zecchin si sviluppa con l’imputazione coatta per tre medici accusati di omicidio colposo. Le indagini sono in corso per fare chiarezza sulla tragedia avvenuta nella Clinica Città di Aprilia

Pubblicato il 18 Giugno 2025

Svolta nell’inchiesta che riguarda la morte di Paola Zecchin, la donna di 82 anni deceduta nella Clinica Città di Aprilia nel gennaio 2021. Dopo le opposizioni dei familiari e le richieste di approfondimento, il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, ha disposto l’imputazione coatta per tre medici della struttura sanitaria, accusati di omicidio colposo.

L’opposizione all’archiviazione e la decisione del giudice

Il giudice ha accolto la richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dal legale della famiglia, l’avvocato Giulio Cesare Villoni. Il magistrato ha ordinato l’imputazione coatta dei medici coinvolti, sottolineando come le condizioni della paziente fossero state valutate in maniera negligente. Secondo quanto emerso dall’ordinanza, la paziente, dimessa dalla clinica, si è recata al bagno, dove poco dopo sono stati uditi dei colpi di tosse e un tonfo. Purtroppo, Paola Zecchin è stata trovata senza vita poco dopo le 15:40.

La ricostruzione dei fatti e le contestazioni

Il giudice ha evidenziato incongruenze nei parametri vitali della paziente, che erano stati ritenuti nella norma. Questo è stato un punto critico della vicenda, con i familiari che sostengono che l’embolia polmonare avrebbe potuto essere rilevata da una Tac effettuata tempestivamente, evitando il decesso. La denuncia dei familiari punta anche sull’abbandono della paziente nel reparto per circa un’ora e mezza dopo la sua dimissione. Questo, secondo la famiglia, avrebbe contribuito alla tragedia.

L’indagine e la necessità di indagini approfondite

La vicenda ha portato alla denuncia dei familiari al Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina subito dopo la morte, sollecitando la verifica di eventuali responsabilità da parte del personale sanitario. L’opposizione alla richiesta di archiviazione, infatti, fa riferimento a lacune investigative, in particolare l’assenza di una indagine approfondita riguardo la possibilità di una Tac che avrebbe potuto rivelare l’embolia polmonare e salvare la vita della donna.

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