Pubblicato il 16 Luglio 2025
Il maratoneta più longevo del mondo muore investito in India
Fauja Singh, il leggendario corridore conosciuto come “Il Tornado col Turbante”, è morto a 114 anni dopo essere stato travolto da un’auto pirata nel suo villaggio natale nel Punjab, in India. La notizia è stata confermata dal suo biografo Khushwant Singh. L’uomo è stato investito il 14 luglio da un SUV guidato ad alta velocità da Amritpal Singh Dhillon, poi identificato dalla polizia locale. Gravemente ferito, Fauja è deceduto poco dopo il trasporto in ospedale.
“Era un atleta eccezionale”, ha dichiarato il premier indiano Narendra Modi, ricordandolo con ammirazione e rispetto.
Un esempio mondiale di tenacia: iniziò a correre a 89 anni
Fauja Singh era diventato famoso a livello internazionale per aver iniziato la carriera da maratoneta alla straordinaria età di 89 anni, ispirato da alcune trasmissioni televisive. Nato, secondo i suoi familiari, il 1 aprile 1911, aveva corso la sua prima maratona a Londra nel 2000, completandola in sei ore e 54 minuti.
Nel 2011 è entrato nella storia diventando il primo centenario a completare una maratona, quella di Toronto, in 8 ore e 11 minuti. Purtroppo, non poté essere inserito ufficialmente nel Guinness dei Primati per l’assenza di un certificato di nascita, poiché in India nel 1911 non esistevano registri ufficiali. Tuttavia, in occasione del suo centesimo compleanno, ricevette una lettera personale dalla Regina Elisabetta II.
Una vita segnata dal dolore e dalla resilienza
Singh nacque nel Punjab britannico ed era il più giovane di quattro figli in una famiglia di agricoltori. Da bambino soffriva di problemi fisici che gli impedirono di camminare fino all’età di cinque anni. Prima di iniziare a correre, aveva vissuto due guerre mondiali e la tragedia della Partizione dell’India.
La sua passione per la corsa nacque come forma di elaborazione del dolore: negli anni ’90, dopo la morte della moglie e del figlio minore, si trasferì a Londra con il figlio maggiore. Fu proprio lì che conobbe Harmander Singh, futuro allenatore, che lo introdusse al mondo delle maratone. “Se non l’avessi incontrato, non avrei mai iniziato a correre”, raccontò in un’intervista.
Dai campi del Punjab al fuoco olimpico
Singh fu tedoforo alle Olimpiadi di Atene 2004 e di Londra 2012, portando la fiamma olimpica con orgoglio e determinazione. Si ritirò dalle competizioni nel 2013, all’età di 101 anni, dopo aver corso la sua ultima maratona a Hong Kong.
Il segreto della sua lunga vita
In una delle sue ultime interviste, Singh aveva condiviso la sua filosofia di vita:
“Mangiare poco, correre di più e restare felici: questo è il segreto della mia longevità”, dichiarava con il suo inconfondibile sorriso.
La sua storia resta un’ispirazione universale, non solo per gli atleti, ma per chiunque creda che non sia mai troppo tardi per reinventarsi e affrontare la vita con coraggio.

