Pubblicato il 11 Luglio 2025
Intellettuale, scrittore e critico impegnato contro l’omologazione culturale
È morto Goffredo Fofi, una delle figure più influenti della cultura italiana del secondo Novecento. Nato a Gubbio il 15 aprile 1937, Fofi è stato saggista, giornalista e critico cinematografico, letterario e teatrale, da sempre impegnato nella costruzione di un pensiero alternativo rispetto alla cultura dominante e consumistica.
Un’esistenza dedicata al pensiero critico e all’impegno civile
La sua vita è stata segnata fin da giovane da una forte tensione etica e sociale. A soli diciotto anni si trasferisce in Sicilia, dove inizia a collaborare con Danilo Dolci, filosofo e attivista, nella lotta alla mafia e nella difesa dei disoccupati. Questa esperienza rappresenta l’inizio del suo percorso fondato sulla giustizia sociale, il pacifismo e l’impegno attivo.
Negli anni ’60 si trasferisce a Parigi dove lavora per la rivista cinematografica Positif, prima di tornare in Italia e fondare i Quaderni Piacentini, importante laboratorio intellettuale della sinistra italiana. In questo periodo pubblica anche “L’immigrazione meridionale a Torino”, un’inchiesta che denuncia le condizioni dei lavoratori del Sud nel Nord industrializzato.
Fondatore di riviste e autore di testi fondamentali
Nel 1967 dà vita a “Ombre Rosse”, rivista a forte carattere politico e culturale, diventata un punto di riferimento per l’intellettualità critica italiana.
Negli anni successivi scrive numerosi articoli e saggi sul cinema e sulla letteratura, analizzando in profondità le trasformazioni della cultura italiana. Tra le sue opere più rilevanti si ricordano “Il cinema italiano: servi e padroni” (1975) e “Sotto l’ulivo”, in cui denuncia la perdita di indipendenza del pensiero critico.
Nel 1997 fonda “Lo Straniero”, rivista dedicata a cultura, arte e società, dove continua a esprimere un punto di vista radicale e non omologato, mai scontato.
Un’eredità culturale che lascia il segno
Con la sua attività instancabile, Fofi ha lasciato un’impronta duratura nel panorama culturale italiano. La sua figura è riconosciuta come una delle più autorevoli nel campo della critica cinematografica e letteraria, e la sua voce ha sempre rappresentato una sfida all’appiattimento del pensiero e alla superficialità del dibattito culturale.
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, ma il suo lavoro e le sue idee continueranno a vivere nelle pagine che ha scritto e nei pensieri che ha stimolato.

