Pubblicato il 16 Settembre 2025
Un addio che segna la fine di un’era
Robert Redford, attore, regista e figura centrale del cinema indipendente, è scomparso a 89 anni nello Utah, nel luogo che lui stesso aveva scelto per sentirsi a casa: il Sundance. Due volte vincitore dell’Oscar, Redford ha percorso una carriera ricca di successi fin dagli inizi negli anni Sessanta, affermandosi come una delle stelle più luminose del decennio successivo.
Ruoli lontani dal glamour: quando l’aspetto non basta
Nonostante il suo aspetto da sex symbol – capelli biondi ondulati e sorriso fanciullesco – Redford non ha mai accettato di restare intrappolato in questo ruolo. Ha alternato film mainstream e impegno politico, scevro da ruoli esclusivamente seducenti: ha scelto pellicole che colpiscono per contenuto, non solo per visibilità.
Le collaborazioni che hanno lasciato il segno
Uno dei legami più importanti della sua vita professionale fu quello con Paul Newman, con cui condivise schermo e amicizia. Film come Butch Cassidy (1969) e La stangata (1973) non solo continuarono a far parlare di loro per la qualità, ma divennero parte integrante della memoria collettiva cinematografica.
Sundance: più di un festival, un sogno realizzato
Con la fondazione dell’Sundance Institute, Redford volle creare uno spazio autonomo da Hollywood dove i nuovi talenti potessero esprimersi liberamente. Il Sundance Film Festival, nato a Park City, Utah, è diventato luogo di scoperta per registi emergenti come Tarantino, Soderbergh, Paul Thomas Anderson e Aronofsky.
Film memorabili e ruoli simbolici
- In Gente comune (1980), Redford fu premiato con l’Oscar come miglior regista e il film fu riconosciuto anche come miglior pellicola dell’anno.
- In Tutti gli uomini del presidente (1976) interpretò Bob Woodward, figura chiave nell’inchiesta sul Watergate che contribuì alla caduta di Nixon.
- In pellicole come Leoni per agnelli (2007), dimostrò ancora una volta la sua predilezione per temi forti: politica, morale, impegno personale.
L’eredità che rimane
Robert Redford non è stato solo un volto sullo schermo: ha incarnato l’idea di cinema che indaga, che sfida, che non si limita al consenso. Il suo contributo trascende i premi, la fama, le cifre al botteghino: ciò che resta è il modello di un artista che ha fatto delle proprie scelte la sua vera firma, lasciando dietro di sé un’impronta profondamente originale e ispiratrice.

