Pubblicato il 11 Settembre 2025
La vicenda
Immagine di repertorio
Una donna è stata picchiata brutalmente dal marito, rischiando la vita dopo un pestaggio durato sette minuti. L’episodio è avvenuto il 28 luglio 2022, quando la vittima aveva comunicato all’uomo la volontà di separarsi, dopo 17 anni di presunti maltrattamenti.
Nel processo di primo grado, l’uomo è stato condannato a 18 mesi di reclusione per lesioni, ma assolto dall’accusa di maltrattamenti. Non andrà in carcere grazie alla concessione delle attenuanti e della sospensione condizionale. La procura aveva chiesto quattro anni e mezzo.
Le motivazioni della sentenza
Nelle motivazioni, i giudici hanno sottolineato più volte che l’uomo “va compreso” nella sua reazione. Secondo la ricostruzione, il pestaggio non sarebbe stato un “accesso d’ira immotivato”, ma “uno sfogo legato alla logica delle relazioni umane”.
Il tribunale ha parlato di “amarezza comprensibile” per la dissoluzione della comunità familiare e del sentimento di “torto subito” dall’uomo, convinto che la moglie avesse un altro. Un’emozione definita dai giudici “umana e comprensibile per chiunque”.
La delusione della vittima
La donna, già amareggiata dalla sentenza di giugno, si è detta ora ferita dalle motivazioni, che sembrano attribuirle parte di responsabilità. Secondo i giudici, infatti, il suo racconto andrebbe valutato “con estrema cautela” perché “portatore di interessi”, in quanto la vittima ha chiesto un risarcimento di 100mila euro per i danni permanenti subiti.
Il pestaggio le ha provocato fratture al volto ricostruito con 21 placche di titanio e una lesione permanente al nervo oculare, che le impedisce di vedere da vicino. A causa di ciò, non può più svolgere la sua professione di onicotecnica.
La voce della difesa della donna
L’avvocata di parte civile, Annalisa Baratto, ha commentato con amarezza:
“Non mi stupisco quando le donne mi dicono che hanno perso la forza di denunciare perché temono di finire sotto processo loro”.

