Continua l’estate degli “scontrini pazzi”, dove gli esercenti di bar e locali applicano dei sovrapprezzi per servizi aggiuntivi, come il taglio di un toast o un piattino aggiuntivo. L’ultimo caso è scoppiato a Palermo, dove il taglio di una torta è costato ben 20 euro in più sullo scontrino.
Intanto però già c’è un’altra vicenda destinata a far discutere: in un ristorante di Alba, città piemontese nota per il tartufo bianco, due clienti hanno chiesto 2 cucchiaini per poter assaggiare il dolce, una crema catalana di 5 euro.
Ebbene i due cucchiaini sono costati 1,50 euro in più e il cliente ha postato la foto sullo scontrino che rapidamente ha fatto il giro del web. Lo scontrino parla chiaro e, oltre ai 4 euro di coperto (2 euro a persona), tra le voci compare in maniera equivoca il costo di 1,50 euro per i due cucchiaini in più. L’episodio è stato riportato dal giornale La voce di Alba, ma il cliente ha preferito restare anonimo.
Il piattino in più per assaggiare un piatto di trofie costato 2 euro, caso portato alla luce da Selvaggia Lucarelli e commentato dalla chef internazionale Cristina Bowerman, e il taglio del toast costato 2 euro sono solo due degli ultimi episodi di quest’estate italiana degli “scontrini pazzi”.
Benché questi sovrapprezzi stiano provocando molte polemiche, da un punto di vista giuridico i ristoranti sono nel giusto se indicano i costi aggiuntivi nello scontrino finale.
Anche Assoutenti ha spiegato che i titolari di bar e ristoranti possono comunque aggiungere sovrapprezzi se lo ritengono opportuno: “Oltre al caso del piattino a 2 euro in un’osteria di Finale Ligure, e all’extra sempre di 2 euro in un bar del comasco per tagliare in due un panino, sempre più numerosi sono i ristoranti che applicano un sovrapprezzo, in media da 2 a 5 euro, per la voce coperto, servizio che spesso però è inesistente, perché rappresentato da tovaglietta di carta sul tavolo, come pure di carta è il tovagliolo messo a disposizione del cliente” – ha spiegato il presidente Furio Truzzi.
Un altro extra è rappresentato dal pane, fatto pagare da diversi esercenti a parte con un costo forfettario a persona, benché venga portato in un cestino condiviso. Ci sono poi casi estremi in cui gli esercenti aggiungono da 0,50 a 1 euro in più per i clienti che hanno la “colpa” di pagare con il Pos. Quest’ultima però è una pratica non consentita che potrebbe causare anche multe salate per i titolari.
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