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Alba: chiedono un secondo cucchiaio per il dolce, sullo scontrino lo fanno pagare 1,50€ in più

Pubblicato il 14 Agosto, 2023

Continua l’estate degli “scontrini pazzi”, dove gli esercenti di bar e locali applicano dei sovrapprezzi per servizi aggiuntivi, come il taglio di un toast o un piattino aggiuntivo. L’ultimo caso è scoppiato a Palermo, dove il taglio di una torta è costato ben 20 euro in più sullo scontrino.

Intanto però già c’è un’altra vicenda destinata a far discutere: in un ristorante di Alba, città piemontese nota per il tartufo bianco, due clienti hanno chiesto 2 cucchiaini per poter assaggiare il dolce, una crema catalana di 5 euro.

Ebbene i due cucchiaini sono costati 1,50 euro in più e il cliente ha postato la foto sullo scontrino che rapidamente ha fatto il giro del web. Lo scontrino parla chiaro e, oltre ai 4 euro di coperto (2 euro a persona), tra le voci compare in maniera equivoca il costo di 1,50 euro per i due cucchiaini in più. L’episodio è stato riportato dal giornale La voce di Alba, ma il cliente ha preferito restare anonimo.

L’estate rovente italiani degli “scontrini pazzi”

Il piattino in più per assaggiare un piatto di trofie costato 2 euro, caso portato alla luce da Selvaggia Lucarelli e commentato dalla chef internazionale Cristina Bowerman, e il taglio del toast costato 2 euro sono solo due degli ultimi episodi di quest’estate italiana degli “scontrini pazzi”.

Benché questi sovrapprezzi stiano provocando molte polemiche, da un punto di vista giuridico i ristoranti sono nel giusto se indicano i costi aggiuntivi nello scontrino finale.

Anche Assoutenti ha spiegato che i titolari di bar e ristoranti possono comunque aggiungere sovrapprezzi se lo ritengono opportuno: “Oltre al caso del piattino a 2 euro in un’osteria di Finale Ligure, e all’extra sempre di 2 euro in un bar del comasco per tagliare in due un panino, sempre più numerosi sono i ristoranti che applicano un sovrapprezzo, in media da 2 a 5 euro, per la voce coperto, servizio che spesso però è inesistente, perché rappresentato da tovaglietta di carta sul tavolo, come pure di carta è il tovagliolo messo a disposizione del cliente” – ha spiegato il presidente Furio Truzzi.

Un altro extra è rappresentato dal pane, fatto pagare da diversi esercenti a parte con un costo forfettario a persona, benché venga portato in un cestino condiviso. Ci sono poi casi estremi in cui gli esercenti aggiungono da 0,50 a 1 euro in più per i clienti che hanno la “colpa” di pagare con il Pos. Quest’ultima però è una pratica non consentita che potrebbe causare anche multe salate per i titolari.

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