Alghero, lite sul lavoro degenera in tragedia: “Guardate come muore un uomo”

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“Adesso vi faccio vedere. Io in galera non ci torno, guardate come muore un uomo”.

Assenze, turni saltati, contestazioni sul lavoro.

La discussione fra un netturbino e due dirigenti nell’ufficio della società che gestisce il servizio di igiene urbana di Alghero si è improvvisamente accesa.

L’uomo contestava urlando una trattenuta sullo stipendio.

Si è precipitato fuori dal cantiere, è ritornato pochi minuti dopo con una pistola.

Ha puntato l’arma alle gambe dei due: “Adesso vi faccio vedere. Io in galera non ci torno” e ha sparato. 

Ha spintonato un compagno di lavoro che cercava di fermarlo e ha urlato: “Io in galera non ci torno, guardate come muore un uomo”. Ha accostato la pistola sulla fronte e ha premuto il grilletto.

“Sono riuscito a impedirgli di sparare altri colpi ai due che erano a terra – ha riferito il collega Stefano Livesi – ma è riuscito a svincolarsi e purtroppo non ho potuto far nulla per evitare che si uccidesse”.

Sono i tragici momenti ricostruiti dal Corriere.

Antonio Urgias, 44 anni, piccoli precedenti penali, ha gambizzato l’ingegnere Ivani Cherchi, 47, direttore e capocantiere, e Sergio Florulli, 50 anni, ragioniere. Il netturbino si è presentato al lavoro alle 5,30 nell’ecocentro di Unghias Galantè, vicino alla zona industriale di San Marco, e ha subito contestato orari e destinazione. Cherchi lo ha ripreso. Gli sono stati ricordati rilievi precedenti, pare anche oggetto di note scritte.

Urgias ha replicato, protestando anche per un centinaio di euro, mancanti, a suo dire, dalla busta paga e non ha ritenuto fondate le spiegazioni di Florulli.

Si è alzato ed è uscito gridando dall’ufficio. È andato verso l’auto (dove custodiva la pistola) parcheggiata fuori dall’ecocentro. Quando è ritornato era fuori di sé, impugnava la rivoltella e subito sparato. Cherchi e Florulli si sono accasciati, un collega ha cercato di disarmarlo, altri sono usciti per chiedere aiuto e chiamare ambulanza e carabinieri. 

Urgias si è trascinato su una sedia e si è sparato.

Era stato assunto poco più di un anno fa; con qualche riserva, per i suoi trascorsi, e per il carattere “difficile”; sin dall’inizio i dirigenti hanno avuto problemi nel gestire il rapporto di lavoro. 

Per anni Urgias ha campato di lavori precari, viveva a Sa Segada, frazione nei pressi dell’aeroporto di Fertilia, nei locali di una scuola in disuso, affidati al comitato di quartiere e destinati a uso sociale. 

Lascia la compagna e una figlia.

Cherchi e Florulli sono in ospedale, in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.

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Redazione Nazionale

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