Pubblicato il 25 Gennaio 2025
Nel processo per calunnie è stata giudicata colpevole Amanda Knox, che ha già scontato la pena relativa con tre anni di carcere, e che è stata giudicata innocente per l’omicidio di Meredith Kercher.
La replica di Amanda Knox
Subito dopo la condanna Amanda Knox, sia sui social che in un lungo articolo scritto sulla rivista The Atlantic, ha commentato aspramente la notizia evidenziando l’ironia del fatto che lei, la persona più calunniata di tutta questa storia, sia alla fine stata condannata per calunnie nei confronti di Patrick Lumumba, risultato poi del tutto estraneo all’omicidio della studentessa inglese. Ha poi aggiunto di avere anche ricevuto l’Innocence Network Impact Award, destinato proprio alle persone scagionate dopo essere state accusate ingiustamente.
Le accuse alla polizia italiana
L’americana non nutre particolari simpatie verso la polizia italiana, né tanto meno verso l’Italia, come dimostra il tweet ironico sotto il commento di una turista che criticava il nostro paese. Ha ripercorso il suo iter giudiziario, iniziato con l’interrogatorio nel 2007 al quale fu sottoposta dopo l’omicidio della sua compagna di stanza Meredith Kercher.
Ha detto che all’epoca aveva 20 anni e che fu sottoposta ad un fuoco di fila di domande per 53 ore nel giro di 5 giorni in una lingua che non conosceva benissimo. A suo dire la sua accusa fu tutto frutto delle bugie della polizia, che l’avrebbe accusata di essere presente fisicamente nel momento dell’aggressione sessuale ai danni di Meredith. Lei avrebbe ribadito alla polizia che non era lì, ma che era in compagnia del suo ex Raffaele Sollecito, ma non fu comunque creduta.
Ha accusato la polizia di averla minacciata, mentito e schiaffeggiata fino a far vacillare la sua sanità mentale, tant’è che lei stessa avrebbe creduto alle bugie degli agenti, che l’avrebbero costretta a firmare dichiarazioni di colpevolezza, pur essendo innocente. Dopo poche ore però si sarebbe rimangiata tutto, ma ormai secondo lei avevano già stabilito che era lei la colpevole.
E l’accusa a Patrimck Lumumba? Anche in quel caso secondo la Knox fu colpa della polizia, che le fece tali pressioni fisiche e psicologiche da indurla a sbottare: “È stato Patrick”, pur di mettere fine all’interrogatorio. ” I poliziotti si diedero il cinque ed esultarono, poi scrissero le mie parole sconclusionate” – ha scritto concludendo l’americana.

