Il quadro del 1963 appartiene alla serie “Morte e Disastri” creata in un periodo in cui l’artista era ossessionato da immagini macabre – la nuvola di una bomba atomica, sedie elettriche – e da come venivano riprodotte ampiamente sui media con l’effetto di anestetizzare il pubblico.
In “White Disaster” Warhol ha riprodotto 19 volte lo scatto in bianco e nero delle auto al centro dell’incidente.
Secondo David Galperin, l’esperto di Sotheby’s per l’arte contemporanea, la scala dell’opera la mette in relazione con le grandi pale d’altare delle chiese cattoliche.
Warhol era nato e cresciuto cattolico e c’è una corrente religiosa nel suo lavoro: si dice spesso che i ritratti di celebrità che lo hanno reso famoso – Mao, Marilyn Monroe, Jackie Kennedy – riecheggino le icone che Warhol ragazzo aveva visto nella chiesa di rito bizantino frequentata dalla sua famiglia a Pittsburgh.
La serie “Morte e Disastri”, del resto, coincide cronologicamente con quella delle Marilyn creata dall’artista dopo il suicidio dell’attrice nel 1962.
Il conducente si è costituito, era fuggito dopo l'impatto
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