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Antonio Ponti

Antonio Ponti: l’erede dell’impero dell’aceto indagato per spaccio di droga

Pubblicato il 23 Febbraio 2024

Gli agenti della polizia lo avevano fermato la scorsa primavera attirati dalla sua fuoriserie Dodge Challenger blu scuro con targa lituana su cui viaggiava insieme con altri tre uomini tutti con precedenti.

Ma quello che era un normale controllo si è trasformato in un incubo per Antonio Ponti, 51enne, Imprenditore e dj, discendente della storica famiglia dell’aceto di Ghemme in provincia di Novara.

Quel giorno, era il tardo pomeriggio del 23 aprile, Ponti era stato arrestato dagli agenti in flagranza per detenzione a fini di spaccio di droga. 

I poliziotti del commissariato Lambrate dopo aver fermato la sua auto in viale Brianza avevano sequestrato 17 grammi di metanfetamina e 9 di cocaina. Altra droga, dall’hashish alla ketamina, passando per ecstasy e metanfetamina 2Cb, era stata poi trovata durante la perquisizione nella sua casa nella zona di San Cristoforo sul Naviglio Grande. Molta droga, con anche bilancini e carta stagnola, tanto da far ipotizzare l’accusa di spaccio.

La stessa per la quale il pm Maria Letizia Mocciaro ha chiesto nei giorni scorsi – come riportato oggi dal quotidiano la Stampa – il rinvio a giudizio. L’udienza è stata fissata per il prossimo 27 marzo davanti al giudice Ileana Raimondo. 

Ponti, che non ha alcun ruolo all’interno delle società di famiglia e che a Milano gestisce un locale sui Navigli, si trova ora agli arresti domiciliari in una comunità per tossicodipendenti del varesotto. Il suo avvocato difensore, Salvatore Pino, ne aveva chiesto la scarcerazione al Riesame contestando l’accusa di spaccio sostenendo che si trattasse soltanto di detenzione. I giudici però avevano confermato la misura cautelare.