Pubblicato il 19 Novembre 2025
Saranno tre i medici della Clinica Città di Aprilia a comparire davanti al giudice dell’udienza preliminare Barbara Cortegiano del Tribunale di Latina il prossimo 10 febbraio. I professionisti dovranno rispondere dell’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di Paola Zecchin, 82 anni, residente a Latina, deceduta il 7 gennaio 2021, poco dopo essere stata dimessa dalla struttura sanitaria.
L’imputazione coatta disposta dal gip
Come riportato dai colleghi di Latina Oggi, la decisione arriva dopo che il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario ha accolto la richiesta dei familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Giulio Cesare Villoni, disponendo l’imputazione coatta dei tre medici in servizio presso il pronto soccorso della clinica. Il reato contestato è omicidio colposo, in relazione alla presunta negligenza nella gestione clinica della paziente.
La dinamica della tragedia
Secondo quanto ricostruito, poco dopo le dimissioni, la donna si sarebbe recata in bagno, dove avrebbe iniziato a tossire e sarebbe caduta a terra. Nonostante i tentativi di rianimazione immediata, per lei non c’è stato nulla da fare. Il giudice Cario, nelle sue motivazioni, ha evidenziato che la condotta dei sanitari fu «negligente fino all’ultimo», sottolineando come la valutazione delle condizioni cliniche della paziente come “migliorate” non trovasse riscontro nei valori cardiaci registrati, ritenuti non nella norma.
Le criticità emerse e le indagini mancanti
Il gip ha inoltre rimarcato che non furono eseguiti esami diagnostici di approfondimento, come una Tac, che avrebbe potuto rilevare la presenza di una embolia polmonare in corso e forse evitare il decesso.
La donna, dimessa alle 13:41, è morta circa un’ora e mezza dopo, all’interno del bagno del reparto.
I familiari avevano inoltre denunciato l’abbandono della paziente per oltre un’ora dopo la certificazione delle dimissioni, contestando la gestione del caso da parte del personale sanitario.
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