Pubblicato il 12 Dicembre 2025
La premio Nobel per la Pace 2023, Narges Mohammadi, è stata nuovamente arrestata in Iran mentre partecipava a una cerimonia in memoria dell’avvocato per i diritti umani Khosrow Alikordila, scomparso il 5 dicembre. L’organizzazione Hengaw ha reso noto che l’attivista è stata bloccata a Mashhad e successivamente condotta in una destinazione sconosciuta.
Un arresto durante il congedo sanitario
Mohammadi sta scontando 13 anni e 9 mesi di carcere con l’accusa di attentato alla sicurezza nazionale, ma si trovava in congedo per motivi di salute dal carcere di Evin, noto per ospitare oppositori politici.
Secondo la Fondazione Narges Mohammadi, insieme a lei sono stati fermati altri otto attivisti, tra cui Sepideh Qolian, Pouran Nazemi, Hasti Amiri, Aliyeh Motalebzadeh, Asadollah Fakhimi, Akbar Amini, Hasan Bagherinia e Abolfazl Abri.
La repressione contro attivisti e oppositori
L’attivista aveva recentemente denunciato un inasprimento della repressione contro la società civile da parte del regime iraniano, soprattutto dopo il cessate il fuoco di giugno con Israele. Mohammadi aveva sottolineato come giornalisti, attivisti e critici del governo fossero sempre più sorvegliati e minacciati.
Minacce e allarme internazionale
Negli ultimi mesi, in un’intervista a Der Spiegel, Mohammadi aveva rivelato di aver ricevuto minacce di morte da agenti dell’intelligence iraniana. Preoccupazioni condivise anche dal presidente del Comitato norvegese per il Nobel, che aveva segnalato il concreto rischio di “eliminazione fisica” dell’attivista da parte delle autorità di Teheran.

