Avellino – Torna in piena libertà il principale indagato nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Avellino per accertare i fatti e per individuare tutte le responsabilità nel caso degli stipendi gonfiati all’Asl di Avellino. Il Gip, accogliendo la tesi difensiva sviluppata dagli avvocati Umberto del Basso De Caro e Marcello D’Auria, ha revocato la misura restrittiva della libertà personale perché l’indagato – G.L.T. 56 anni di Gesualdo – non è materialmente nelle possibilità di inquinare le prove, né di reiterare il delitto in quanto non è più dipendente dell’Asl.
Secondo l’accusa l’indagato, che aveva accesso al sistema informatico dell’azienda sanitaria, avrebbe emesso mandati di pagamento in favore di alcuni dipendenti con importi sensibilmente maggiorati e non giustificati. Pare che alcuni bonifici siano finiti su conti correnti intestati a persone che con l’Asl non avevano mai intrattenuto alcun rapporto di lavoro. L’indagine è partita dopo la segnalazione giunta in Procura da parte dei vertici dell’Asl, che avevano notato qualche anomalia nei pagamenti. Gli inquirenti valutano in almeno ottocentomila euro il danno causato all’Asl. Le indagini, per quanto di competenza, sono state affidate alla Guardia di finanza di Avellino, guidata dal colonnello Gennaro Ottaiano.
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