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Baby prostitute a Bari, i verbali choc dei genitori: “Uscivamo di notte per cercarle”

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Proseguono le indagini sul giro di prostituzione di minorenni a Bari, in seguito alle quali sono indagate 6 persone con l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione minorile. Si tratta di 4 donne e due uomini: 5 di loro sono finiti in carcere, mentre un’altra persona si trova agli arresti domiciliari. Sarebbero coinvolti anche 4 facoltosi clienti: due ai domiciliari e gli altri due sottoposti all’obbligo di firma. Intanto dalle deposizioni dei genitori delle baby squillo stanno emergendo dettagli inquietanti che aggravano la posizione degli indagati.

I primi campanelli d’allarme

I genitori delle ragazzine capirono che c’era qualcosa di anomalo nel marzo del 2021, cioè un anno prima dell’avvio delle indagini. Come rivelato da Repubblica, due delle ragazzine coinvolte iniziarono a frequentarsi con una certa assiduità. Preoccupati dai loro comportamenti sospetti, i genitori iniziarono a sentirsi per capire da dove nascesse quello strano comportamento delle figlie.

Come emerge dai verbali, una delle mamme ha raccontato che la figlia 16enne usciva sempre tardi e frequentava persone poco raccomandabili. Insieme all’altra mamma ha quindi deciso di monitorare le uscite e i rientri delle due ragazze, fino a quando nella sua vettura ha trovato un telefono di ultima generazione che non apparteneva a nessuna delle due. Le adolescenti si sono giustificate spiegando che era un telefono per fare delle truffe, versione che non ha affatto convinto le due mamme.

Le chat

La situazione si è fatta ancora più preoccupante quando una delle mamme ha scoperto che le ragazzine frequentavano una donna più grande di loro, di cui si diceva che facesse la escort nelle Marche. La mamma ha così deciso di controllare lo smartphone della figlia, scoprendo un’altra chat compromettente con un 40enne che parlava di un grosso regalino. Le due donne hanno quindi deciso di incontrare e parlare col 40enne, il quale ha suggerito loro di rivolgersi al proprietario di alcune strutture ricettive del centro di Bari, lasciando trapelare l’ipotesi che le due ragazzine fossero coinvolte in un giro di prostituzione minorile. Uno degli indagati, che avrebbe organizzato gli incontri con i clienti facoltosi, si è difeso sostenendo che i rapporti erano consenzienti, anche se in alcune chat lui stesso avrebbe minacciato le ragazzine di diffondere i loro video hot se non acconsentivano alle sue richieste.

La scoperta

La donna ha spiegato che, d’accordo col marito, tolse la sim dal cellulare della figlia. Cosa che sarebbe servita a poco, poiché la presunta escort le avrebbe dato poi un’altra sim a lei intestata. La mamma ha poi spiegato che ha iniziato a monitorare anche i social, dove la figlia si mostrava in abiti succinti e atteggiamenti molto provocatori.

Le notti si facevano sempre più insonni e, in alcune occasioni, la mamma dormiva addirittura fuori la stanza della figlia per impedirle di uscire. Poi una notte, alle 3:00, la mamma dell’altra ragazzina la chiamò dicendole che la figlia era rientrata a casa tardi, per poi uscire di nuovo a notte fonda. A quel punto le due donne, insieme agli altri figli, perlustrarono tutta la città trovando finalmente alle 6:00 del mattino la ragazzina vicino alla Muraglia con abiti succinti. Da lì la decisione di sporgere la denuncia, in seguito alla quale si è scoperto il torbido giro di prostituzione minorile.

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Redazione Nazionale

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