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Bufera sul Tg1: mostrato in un video il volto della donna che ha abbandonato un neonato

Pubblicato il 29 Gennaio 2024

Si è abbattuta una bufera sul Tg1 dopo che è stato mandato in onda il video della donna che ha abbandonato il suo bambino di 6 mesi nell’ospedale di Aprilia. Il Coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ha manifestato il suo sconcerto poiché le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza collocate all’ingresso del pronto soccorso mostrano distintamente il volto della donna, benché indossasse la mascherina e un cappuccio.

La nota del CPO dell’Ordine dei Giornalisti

Il CPO in una nota diffusa tramite il sito dell’Ordine ha fatto sapere: “Così si contravviene a quelle che sono le basi della deontologia professionale e della privacy. La Cpo dell’Ordine nazionale dei giornalisti segnala la vicenda all’esecutivo, affinché chieda ai consigli di disciplina territoriali competenti l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti delle testate che hanno diffuso il video”.

Il Garante della privacy: “Quel video non andava trasmesso”

Anche il Garante della privacy ha aspramente criticato quelle immagini che “non avrebbero dovuto essere trasmesse, in quanto lesive della dignità della donna, in un momento di particolare fragilità”. E ancora, come ha spiegato il Garante: “Le immagini si pongono in evidente contrasto con le disposizioni della normativa privacy e delle regole deontologiche relative all’attività giornalistica, le quali – pur salvaguardando il diritto/dovere di informare la collettività su fatti di interesse pubblico – prescrivono agli operatori dell’informazione di astenersi dal pubblicare dettagli relativi alla sfera privata di una persona”.

Il Garante ha infine concluso richiamando i giornalisti ad un maggior rispetto della privacy: “È doveroso invitare gli organi di stampa, i siti di informazione e i social media al più rigoroso rispetto delle disposizioni richiamate, astenendosi dall’ulteriore diffusione delle immagini e si riserva comunque gli eventuali interventi di competenza nei confronti delle testate che hanno violato le regole deontologiche”.