Pubblicato il 12 Dicembre 2025
«Ignoranza a livelli spaventosi: il problema non è l’esame, ma la preparazione»
Roberto Burioni interviene nuovamente sulle polemiche esplose dopo il test del semestre filtro di Medicina, che ha registrato un numero record di bocciati. Il virologo sottolinea come, invece di interrogarsi sull’impegno degli studenti, molti genitori preferiscano cercare colpevoli altrove.
«I genitori dovrebbero arrabbiarsi con i figli, non con ministro e governo»
Secondo Burioni, è paradossale che uno studente arrivi a tentare l’ingresso a Medicina senza conoscere nozioni elementari, come «la formula chimica del sale da cucina». In condizioni normali, afferma, un genitore dovrebbe chiedere conto al figlio del mancato studio o di un impegno insufficiente.
Invece accade l’opposto: «Si dà la colpa al ministro, alla scuola, al governo, al destino… e perfino a me, solo per aver fatto notare che molte domande di questi test difficilissimi erano in realtà di una semplicità disarmante».
Burioni pone l’accento su un dato inevitabile: «La selezione che si è cercato per anni di evitare è arrivata comunque. Due candidati su tre resteranno fuori. Non è un esame impossibile, è semplicemente selettivo».
«Poverini, tre esami in un pomeriggio… e poi dovrebbero reggere un pronto soccorso?»
Il virologo, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele, critica anche la narrazione che vuole gli studenti “vittime” della difficoltà dell’esame. Ironizza: «Li immagino in pronto soccorso a chiedere ai pazienti di sanguinare meno perché si stressano».
Il vero nodo: anni di scuola poco selettiva
Burioni attacca un sistema scolastico che, secondo lui, ha permesso agli studenti di «veleggiare senza reali ostacoli», con famiglie spesso pronte a contestare ogni insegnante severo. Questo percorso “morbido” li avrebbe condotti fino a una maturità che «ha promosso il 99,98% di loro».
«Ora serve studiare davvero: nel mondo reale contano i risultati»
Quale dovrebbe essere la reazione delle famiglie? «Lasciate che i ragazzi si sfoghino una settimana, poi invitateli a studiare seriamente per il prossimo anno», afferma Burioni.
Il messaggio finale è netto: «Non sono più alle elementari: impegno e sacrificio non bastano, servono risultati concreti».
Il virologo ribadisce che la questione non riguarda le modalità di selezione, ma «il livello impressionante di ignoranza emerso durante la prova», un campanello d’allarme che non si può continuare a ignorare.

