Pubblicato il 31 Dicembre 2025
La legge di Bilancio 2026, approvata definitivamente dal Parlamento ed efficace da domani, 1° gennaio, introduce una serie di interventi che puntano ad aumentare il netto in busta paga. Il governo parla di misure concrete a favore dei lavoratori, mentre le opposizioni criticano l’impatto limitato sul potere d’acquisto. Tra tagli fiscali, detassazioni mirate e benefit aziendali, ecco nel dettaglio tutte le principali novità sul lavoro previste per il 2026.
Irpef: riduzione della seconda aliquota
Il cambiamento più rilevante riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Dal 2026 la seconda aliquota Irpef, applicata ai redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, scende dal 35% al 33%.
La misura interessa circa 13,6 milioni di contribuenti e mira ad alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio. Il beneficio si estende anche ai redditi superiori ai 50.000 euro, mentre per chi supera i 200.000 euro il vantaggio viene in parte compensato da una riduzione di 440 euro delle detrazioni.
Rinnovi contrattuali: aumenti tassati al 5%
Spazio anche a una detassazione degli aumenti salariali legati ai rinnovi dei contratti collettivi. Gli incrementi retributivi previsti da contratti firmati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2026 saranno assoggettati a una imposta sostitutiva del 5%.
L’agevolazione riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti del settore privato che nel 2025 hanno percepito un reddito non superiore a 33.000 euro. La platea stimata è di circa 3,8 milioni di persone.
Premi di produttività: tassazione ridotta all’1%
Diventano ancora più convenienti i premi di produttività. L’aliquota dell’imposta sostitutiva scende dal 5% all’1%, mentre l’importo massimo agevolabile sale da 3.000 a 5.000 euro.
La novità si estende anche alle somme legate alla partecipazione agli utili d’impresa, coinvolgendo potenzialmente 250.000 lavoratori.
Lavoro notturno e festivo: agevolazione temporanea
Per il solo anno d’imposta 2026 viene introdotto uno sconto fiscale sulle maggiorazioni riconosciute per lavoro notturno, festivo o su turni.
Sulle indennità fino a 1.500 euro annui si applica un’imposta sostitutiva del 15%, salvo rinuncia del lavoratore. Il beneficio è riservato a chi ha un reddito da lavoro dipendente inferiore a 40.000 euro e interessa circa 2,3 milioni di addetti.
Buoni pasto: soglia di esenzione più alta
Novità anche sul fronte del welfare aziendale. La soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto aumenta da 8 a 10 euro, con un incremento diretto del netto per i lavoratori che utilizzano questo strumento.
Pubblico impiego: tassazione agevolata sulle indennità
Interventi specifici sono previsti per i dipendenti pubblici. Nel 2026, i compensi legati al trattamento economico accessorio, comprese le indennità fisse e continuative, saranno tassati con un’imposta sostitutiva del 15%, fino a un massimo di 800 euro.
La misura si applica ai lavoratori della pubblica amministrazione con un reddito da lavoro non superiore a 50.000 euro.

